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Monaco, Vienna, Trieste, Roma, il 900

Monaco, Vienna, Trieste, Roma, il 900

Le influenze dell'Impero Austro-Ungarico nell'arte italiana

TRIESTE, 11 gennaio 2018, 18:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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TRIESTE - Il fascino e l'influenza di città come Monaco di Baviera e Vienna nelle opere degli artisti triestini e italiani: è un continuo dialogo tra il "dentro" e il "fuori" quello che si può ammirare alla Galleria d'Arte Moderna del Museo Revoltella di Trieste dal 25 gennaio al 2 settembre.
    Il "dentro" è rappresentato dalle proposte di artisti triestini e giuliani, il "fuori" dalla collezione di artisti italiani, e non solo, patrimonio del Museo. Richiama proprio l'influenza di Monaco e di Vienna su Trieste, negli anni in cui il capoluogo giuliano apparteneva all'Impero d'Austria-Ungheria, e l'interscambio parallelo e successivo tra gli artisti della città e del territorio e l'Italia, il titolo dell'esposizione "Monaco, Vienna, Trieste, Roma", che sarà inaugurata il 24 gennaio alle 18. Il percorso, ideato da Susanna Gregorat, conservatore del Revoltella, si sviluppa su sette sezioni e documenta flussi e influenze del Novecento. Ricorrono i nomi di Eugenio Scomparini, Glauco Cambon, Arturo Rietti, Adolfo Levier, Argio Orell, Vito Timmel, Guido Marussig, Antonio Camaur, Alfonso Canciani, Piero Lucano, Guido Grimani, Gino Parin, e ancora Carlo Sbisà, Arturo Nathan, Leonor Fini, Giorgio Carmelich, Vittorio Bolaffio, Edgardo Sambo, Marcello Mascherini. Tutti dipinti, sculture e grafica fortemente condizionati dal clima secessionista d'Oltralpe monacense e viennese. Una sezione monografica è riservata a Federico Pollack.
    Il percorso introduce il visitatore nella duplice sezione dedicata all'arte italiana degli anni Venti e Trenta con i dipinti di Felice Casorati, Carlo Carrà, Mario Sironi, Guido Cadorin e Felice Carena, in ambito nazionale. E, a livello territoriale, le opere di Piero Marussig, Carlo Sbisà, Edgardo Sambo, Oscar Hermann Lamb, Edmondo Passauro, Mario Lannes, Eligio Finazzer Flori, Alfonso Canciani. A seguire lo stretto rapporto umano e artistico instauratosi tra i triestini Arturo Nathan, Carlo Sbisà e Leonor Fini con l'avanguardista Giorgio Carmelich. Chiude il percorso l'inedita sezione riservata alla Secessione romana. "Questa mostra - osserva Laura Carlini Fanfogna, Direttore dei Civici Musei di Trieste - evidenzia, ancora una volta, la ricchezza delle Collezioni d'arte del Revoltella, Museo fondamentale per qualsiasi indagine sul Novecento italiano. Qui troviamo, com'è opportuno che sia, una documentazione puntuale e organica dell'arte giuliana. Ma qui si conservano e ammirano anche capolavori tra i maggiori del secolo, degli artisti italiani e non solo. Come questa esposizione attentamente mette in luce".
   

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