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L'Arcadia di Giulio Paolini e la poetica dell'assenza

L'Arcadia di Giulio Paolini e la poetica dell'assenza

Un progetto inedito realizzato per la Galleria Forti di Verona

VERONA, 20 settembre 2023, 14:41

Redazione ANSA

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(di Ida Bini) "In ogni mostra personale mi impegno a presentare opere inedite che concorrono a un tema, a un titolo - spiega all'Ansa Giulio Paolini, artista colto e raffinato, tra i più noti e affermati a livello internazionale - In questo caso per la mostra alla galleria d'arte moderna di Verona è 'Et in Arcadia Ego', una sorta di rebus antico, quattro parole che alludono all'Arcadia, qualcosa di nascosto nella nostra memoria, qualcosa che merita di essere ricordato". "Come artista - prosegue Paolini - da sempre intendo sottrarmi come persona, annullo la mia personalità per privilegiare la memoria futura di qualcosa che non si può avere, l'Arcadia appunto". E' la Galleria d'arte moderna Achille Forti di Verona e la sezione Habitat di ArtVerona 2023 a presentare la mostra di Giulio Paolini, aperta al pubblico dal 15 ottobre al 3 marzo 2024. Nel progetto, a cura di Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi, appositamente studiato per gli spazi della Galleria, lavori inediti dialogano con le opere della collezione pubblica, tra cui 'L'apparizione della Vergine' dello stesso Paolini, presente nella raccolta dal 2002. Per l'artista è dunque un ritorno nella galleria veronese con un progetto che racchiude gli elementi chiave della sua ricerca artistica in un percorso concettuale attraverso lavori realizzati con la tecnica del collage, la fotografia, i disegni e i calchi in gesso. "Un artista non deve mettere se stesso nell'opera - spiega Paolini - perché l'opera c'è già in quanto derivazione estrema di un passato che la precede. L'opera è un'espressione della storia dell'arte che in quel momento si esprime così e l'artista ne è semplicemente il primo spettatore". Escludendo la figura dell'artista, Paolini crea una circolarità, un gioco di rimandi tra autore, opera e spettatore e realizza opere evocative di un mondo complesso.
    Perduta la tradizionale centralità, l'opera si dispone in uno spazio scenografico atemporale, in cui il passato vive nel presente e si trasforma nel futuro. "Sono affezionato al ruolo di indagare i concetti di spazio e tempo, di coglierne la ragione, l'immagine - commenta l'artista - Mi lascio attrarre dall'assoluto che per me è quell'opera che non potrebbe non essere quello che è, perché dettato dalla storia". Nel lavoro 'Et in Arcadia Ego', che dà anche il titolo all'esposizione, Paolini mette in scena il racconto visivo di un artista che si confronta concettualmente sugli inganni della rappresentazione, come la copia e la prospettiva, tutti elementi costanti della sua ricerca. "Sono rispettoso di codici come la prospettiva o l'imitazione perché sono regole dalle quali l'opera è difficile che possa discostarsi. La prospettiva è un miracolo visivo".
    Sono i titoli delle opere stesse a spiegare il racconto artistico: l'autore parte percorrendo la 'Scala della Ragione' e prosegue con 'Copia e originale', dove il calco in gesso di una mano in grandezza naturale dialoga con la forma di un uovo di struzzo, nell'incertezza o nell'inversione della propria identità. In un contesto privo di sicurezze, l'artista indaga nella suddivisione, simmetrica e contraria, di due metà dello stesso luogo nel lavoro 'Una doppia vita'. La stessa ambiguità che si riflette anche in 'Dall'aurora al tramonto', dove Paolini evoca le ragioni d'esistenza di un'opera d'arte. Tra queste rientra anche 'Il modello in persona', abitante misterioso dello studio di un artista. Infine l'opera 'Riapparizione della Vergine', realizzata per Habitat e che reinterpreta 'L'apparizione della Vergine', lavoro datato 1995 e presente già nella collezione della Galleria. L'opera si compone di due elementi disposti al suolo e a mezz'aria: sul pavimento è collocato un ingrandimento fotografico di 'La Sainte Vierge' di Francis Picabia, mentre sospesa al soffitto pende la custodia aperta di un violoncello. Entrambi alludono a un'apparizione: dall'astuccio echeggia il suono dello strumento assente, così come dall'enigmatica chiazza d'inchiostro affiora il disegno di un'immagine illeggibile.
   

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