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Anish Kapoor debutta a Venezia alle Gallerie dell'Accademia

Anish Kapoor debutta a Venezia alle Gallerie dell'Accademia

In concomitanza con la Biennale d'Arte

VENEZIA, 19 aprile 2022, 14:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Anish Kapoor è il primo artista britannico a essere celebrato dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia e da Palazzo Manfrin con una mostra, in concomitanza con la 59/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, da domani al 9 ottobre 2022. Il curatore è lo storico dell'arte Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum di Amsterdam.
    L'esposizione, che comprende 60 opere, ha un carattere retrospettivo, presentando i momenti chiave della carriera dell'artista accanto ad un nuovo corpo di lavori inediti. Per la prima volta sono esposte le nuove opere, fortemente innovative, create utilizzando la nanotecnologia del carbonio, così come i recenti dipinti e le sculture che testimoniano la vitalità e la spinta visionaria dell'attuale produzione artistica di Kapoor.
    Questa interazione tra scienza e arte ha creato opere che si collocano all'interno del secolare linguaggio della pittura che, insieme a installazioni come Shooting into the Corner (2008-2009) e ai nuovi dipinti, entrano in un complesso dialogo con la collezione storica delle Gallerie dell'Accademia.
    Forse, più esplicitamente che mai, questa mostra guarda a un linguaggio interiore che è sempre stato centrale nella pratica di Kapoor. In Pregnant White Within Me (2022) l'architettura delle Gallerie si dilata, suggerendo una ridefinizione dei confini tra corpo, edificio ed essere. Lungo tutta la mostra le opere di Kapoor assorbono ed estendono lo spazio all'interno e intorno a loro in regni inquietanti, trasformando le sale delle Gallerie dell'Accademia in luoghi magici - andando oltre l'esposizione di oggetti.
    La duplice mostra continua con Mount Moriah at the Gate of the Ghetto (2022) che capovolge il mondo all'ingresso di Palazzo Manfrin, cui appartenevano originariamente alcuni dei più celebri dipinti oggi conservati all'interno della collezione permanente delle Gallerie dell'Accademia. Questa massa pendente conduce i visitatori, attraverso le sale del palazzo in corso di restauro, lungo un percorso che propone opere eseguite nel corso dell'intera carriera dell'artista: dal trittico dipinto Internal Objects in Three Parts (2013- 2015) a opere come White Sand, Red Millet, Many Flowers (1982). Una serie di opere specchianti invertono e distorcono lo spettatore. Cielo, inferno, terra e mare sono evocati ad esempio in Turning Water Into Mirror, Blood into Sky (2003) e Destierro (2017), un'epica azione di sovvertimento. L'installazione centrale Symphony for a Beloved Sun (2013) sommerge l'edificio storico nel colore primordiale e nelle questioni della vita e della morte.
    Palazzo Manfrin fu acquistato nel 1788 dal conte Girolamo Manfrin, ricco commerciante di tabacco, il quale aveva trasformato il primo piano dell'edificio in una galleria d'arte divenuta, velocemente, una delle maggiori attrazioni turistiche di Venezia, visitata, tra gli altri, da Antonio Canova, Lord Byron, John Ruskin ed Edouard Manet. Quando, intorno alla metà dell'Ottocento, dopo la morte di Manfrin le opere della collezione furono vendute, il patrimonio delle Gallerie dell'Accademia si arricchì di ventuno dipinti tra i quali La Tempesta e La Vecchia di Giorgione, oltre a opere di Andrea Mantegna, Hans Memling, Nicolò di Pietro, Girolamo Savoldo e Moretto.
    Il settecentesco Palazzo Manfrin, rimasto vuoto per diversi anni, è stato recentemente acquistato dalla Anish Kapoor Foundation. Il Palazzo è oggetto di un radicale progetto di restauro guidato dall'architetto Giulia Foscari-Una studio, sviluppato in collaborazione con Fwr associati.
   

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