"Max Marra. L'inquieta bellezza
della materia" è il titolo della retrospettiva, in programma al
museo Marca di Catanzaro, dedicata all'artista, calabrese di
origini, tra i fondatori del collettivo milanese Osaon.
Promossa dall'Amministrazione Provinciale di Catanzaro e dalla
Fondazione Rocco Guglielmo, l'esposizione, curata da Teodolinda
Coltellaro, attraversa analiticamente il lavoro di Marra
permettendo di ricostruirne la sostanzialità linguistica.
La mostra, che rimarrà a disposizione del pubblico dal 25 giugno
al 7 settembre 2021, propone 115 opere, tra cui 41 provenienti
da collezioni pubbliche e private, comprendenti due assemblaggi
polimaterici, una installazione e 38 "Timbriche" impaginate come
opera unica. Le opere delineano il viaggio creativo compiuto da
Max Marra dagli anni '80 fino a oggi ripercorrendo le diverse
fasi evolutive della sua ricerca in una narrazione antologica
che ne scandisce la storia espressiva. La selezione sintetizza
il percorso evolutivo dell'artista, evidenziando un filo
conduttore sostenuto negli anni da una riflessione legata alla
condizione dell'uomo. Si tratta infatti, di opere che si offrono
spesso come cruda metafora del vivere sociale attraverso cui
interrogarsi sul senso più profondo dell'esistenza.
L'impaginazione nelle varie sale individua i punti di svolta
nella carriera dell'artista, dalle sperimentazioni polimateriche
alle recenti mappe metafisiche "Timbriche", passando per la
fondamentale esperienza degli anni '80 legate al collettivo
milanese Osaon insieme al poeta amodale Luigi Bianco e ad altri
artisti, coinvolti in modo interdisciplinare su fronti creativi,
espositivi ed editoriali.
Rimane costante la fascinazione di Marra per la materia di cui
coglie le suggestioni evocative e le infinite possibilità
formali. "E' una materia inquieta, tormentata - afferma la
curatrice Coltellaro - che assomma in sé l'angoscia, la
tragicità del vivere, le ansie, le sofferte decisioni della vita
morale(…). L'artista ne cuce le lacerazioni, invocando la
cicatrizzazione della pelle sofferta, squarciata da violente
ferite, percorrendo il corpo dell'opera con un colore gravido di
sofferenza. Ma, nella disposizione di materiali diversi e nella
interazione tra essi, nel rispondere ad una struttura generativa
ricca di connessioni e rimandi, si realizza un'incredibile
armonia, un equilibrio formale che genera bellezza, che genera
tensione, spinta verso una classicità senza tempo".
L'esposizione si avvale anche del progetto espositivo dell'arch.
Giovanni Ronzoni ed è impreziosita da una sezione fotografica
che propone una ulteriore storicizzazione attraverso scatti di
amici artisti che hanno ritratto Marra, e una bibliografia di
esposizioni e accrediti in prestigiose location in Italia e
all'estero, da Tokyo a Guangzou, da Bruxelles a Sofia in
Bulgaria.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue
(italiano/inglese) edito da Il Rio Edizioni, con testi di
Teodolinda Coltellaro e Giorgio Bonomi.
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