(di Alessandra Baldini)
Cosa hanno in comune i cartoni
animati della Disney e le arti decorative francesi? Piu' di
quanto ci si possa immaginare, come spiega una mostra su questo
tema che aprira' al Metropolitan di New York il 10 dicembre: una
delle tante offerte ai visitatori nella Grande Mela da quando
l'8 novembre, gli Stati Uniti hanno riaperto le porte ai turisti
vaccinati provenienti dall'estero.
Bisogna prenotare il biglietto online, portare con se' il
certificato del vaccino e indossare la mascherina per tutto il
tempo della visita, ma "la citta' sta tornando a vivere", ha
detto il presidente del Met, Dan Weiss, presentando alla stampa
il programma dei prossimi mesi. Anche se, dati alla mano, il Met
e' ancora lontano dai sette milioni di visitatori in un anno
contati nel 2019, il museo e' soddisfatto dei 2-4 milioni di
ingressi del 2021 e continua a"sfornare esperienze", ha detto
Weiss. Tra cui, da non mancare, la nuova "period room" creata da
Hannah Bealcher, sceneggiatrice di "Black Panther", che si e'
ispirata all'Afrofuturismo, una corrente artistica che "proietta
le persone di discendenza africana nel futuro" immaginando che
il Seneca Village, una comunita' afro-americana sradicata a
meta' Ottocento per far posto a Central Park, continui a vivere
nel presente e in un prospero futuro.
Il Met non e' il solo museo con proposte di rilievo per i
giorni delle feste: al Whitney l'affollatissima retrospettiva
"Mind, Mirror" su Jasper Johns spinge ad aggiungere una
trasferta a Filadelfia dove, al museo d'arte della citta', e' in
corso fino al 13 febbraio la mostra "gemella": entrambe
raccontano specularmente 65 anni di arte. Johns, che ha 91 anni,
continua a essere creativo.
Al MoMA la scoperta sara' Sophie Tauber-Arp, 400 opere su un
arco di 40 anni tra arti applicate, murali, design, sculture di
un'artista morta nel 1943 che e' stata anche ballerina Dada e
editor di riviste. Il Guggenheim dedica la sua rotonda a Vasily
Kandinsky con una vista a ritroso che parte dagli ultimi anni in
Francia per risalire agli inizi a Monaco di Baviera, ma presenta
anche la prima retrospettiva nordamericana della britannica
premio Turner Gillian Wearing ("Wearing Masks").
Un piccolo gioiello infine al Jewish Museum: fino a maggio e'
resta aperta "La Lepre con gli occhi di Ambra", la ricostruzione
della storia della famiglia Ephrussi celebrata nel memoir del
2010 del ceramista e scrittore Edmund de Waal. La mostra e'
firmata da Elizabeth Diller, la "starchitect" della High Line in
collaborazione con de Waal, e ricostruisce le dimore degli
Ephrussi mettendo al centro la collezione di netsuke, le
piccolissime sculture giapponesi dell'epoca Edo salvate da una
cameriera che le nascose in un materasso durante la seconda
guerra mondiale e restituite alla famiglia dopo la sconfitta del
nazismo.
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