Una curiosa esposizione insegue le
apparizioni della mosca nelle arti visive a partire dalla scuola
di Giotto e fino al contemporaneo: è 'Musca Depicta', ospitata
al Labirinto della Masone a Fontanellato (Parma) dal 6 aprile al
30 giugno. Il piccolo insetto invaderà le sale espositive in
occasione dei 40 anni dalla pubblicazione da parte di Franco
Maria Ricci del volume Musca depicta, in cui un saggio di André
Chastel ripercorreva per la prima volta le incarnazioni
artistiche del ronzante dittero nella pittura europea dal XV al
XVII secolo.
Obiettivo della mostra, a cura di Sylvia Ferino ed Elisa
Rizzardi, è quello di ampliare il quadro delineato nel libro,
offrendo una lettura sfaccettata di un insetto da sempre
considerato molesto e inopportuno, la cui rappresentazione ha
svelato nel tempo retroscena e curiosità controverse. Più di
cinquanta opere tra tele, grafiche, sculture e volumi
manoscritti e a stampa si snodano nel percorso secondo uno
specifico ordine tematico ma, come ricorda Leon Battista Alberti
nell'Elogio contenuto nel fondamentale incunabolo che apre la
mostra, la mosca è libera: non conosce gerarchie né limiti di
pertinenza.
Nell'antichità la rappresentazione realistica di una mosca
nel quadro poteva suggestionare diverse interpretazioni, dal
monito cristiano di non abbandonarsi alle mondanità, fino
all'idea che l'effimera creaturina potesse incarnare la fugace
fama dell'artista, passando per l'inganno - il trompe l'oeil -
che dimostrava il virtuosismo del pittore. Questo scherzo
illusionistico con il tempo muta di significato, tra chi
considerava la mosca simbolo mortuario e precario e chi invece
un insetto come tanti, trovatosi a dover competere nelle nature
morte con le più attraenti farfalle. La mosca si adagia
indifferentemente anche su alimenti e animali, come nelle opere
immobili e iperrealistiche di Maurizio Bottoni, mentre nel video
Fly di Yoko Ono è un corpo nudo ad esserne attraversato per 24
minuti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA