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Assobibe, l'industria delle bevande analcoliche vale 5 miliardi

ANSAcom

Assobibe, l'industria delle bevande analcoliche vale 5 miliardi

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In collaborazione con Coca Cola

In tutta Italia sono 84 mila gli occupati

12 luglio 2023, 08:07

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David Dabiankov Giangiacomo Pierini e Alessandra Ghisleri all 'assemblea Nazionale Assobibe - RIPRODUZIONE RISERVATA

David Dabiankov Giangiacomo Pierini e Alessandra Ghisleri all 'assemblea Nazionale Assobibe - RIPRODUZIONE RISERVATA
David Dabiankov Giangiacomo Pierini e Alessandra Ghisleri all 'assemblea Nazionale Assobibe - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Coca Cola

Oltre il 78% degli italiani riconosce le bevande analcoliche come espressione della tradizione del Paese e ritiene che contribuiscano a valorizzare il Made in Italy nel mondo. Quasi 9 italiani su 10 ritengono importante la presenza delle imprese del comparto sul territorio per la spinta che danno allo sviluppo dello stesso e perché il settore genera occupazione e indotto. È quanto emerge dalla ricerca presentata oggi da Euromedia Research in occasione dell’Assemblea annuale di Assobibe, Associazione di Confindustria che rappresenta il comparto in Italia.
L’appuntamento, si è tenuto questa mattina nella sede di Assolombarda a Milano e ha visto anche gli interventi del sottosegretario al Mef Federico Freni e del ministro Masaf, Francesco Lollobrigida.
A quanto emerso, l’industria delle bevande analcoliche è presente in Italia con circa 100 stabilimenti, tra multinazionali radicate sul territorio e piccole e medie imprese, per un totale di 84mila occupati e un valore di mercato di 5 miliardi. Ogni euro di valore prodotto dalle imprese del comparto genera 5,4 euro lungo la filiera. Per ciascun lavoratore nelle aziende di produzione, poi, si generano 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle). Un comparto fortemente radicato nel territorio, che esporta per un valore complessivo di 421 milioni di euro.
La ricerca va poi ad analizzare i gusti degli italiani e il loro effettivo rapporto con le bibite analcoliche. La fotografia che ne emerge è quella di un Paese cresciuto a cole, aranciate, toniche, tè freddi, aperitivi analcolici, chinotti e gassose. Per l'85% degli intervistati la pausa relax e i momenti di festa e convivialità hanno il sapore di una bibita, anche se i consumi si confermano moderati: per 8 italiani su 10 si tratta di 1-2 bicchieri e solo occasionalmente. Oltre 7 cittadini su 10, poi, sono soddisfatti dell’offerta sul mercato delle bevande “zero”, che secondo il 64,4% degli intervistati hanno contribuito ad un consumo maggiormente consapevole rispetto all’apporto calorico.
“L’analcolico ha e avrà un ruolo nel panorama delle scelte dei cittadini e dei ragazzi e le sue caratteristiche vanno apprezzate e non demonizzate - ha commentato il ministro Masaf, Francesco Lollobrigida nel suo intervento -, anche per questo voglio ribadire l’importanza di investire nell’educazione dei giovani che vanno formati a un consumo adeguato e moderato di qualsiasi cosa. Quanto fatto dalle imprese del comparto per evitare la pressione pubblicitaria sui più piccoli e nelle scuole e l’astensione dalle attività di marketing nei canali diretti ai bambini implementata dal 2006 con il codice di autoregolamentazione Assobibe vanno nella direzione giusta. Ricordo infine - ha aggiunto - l’importanza del protocollo tra la vostra associazione e il nostro ministero, un atto che ci impegna a promuovere e attuare politiche di valorizzazione della filiera agricola italiana e facilitare le condizioni per mantenere e rafforzare l’approvvigionamento di frutta e agrumi italiani. L’impegno di questo esecutivo a sostenere i settori che producono e investono in Italia è e rimane costante. Per un comparto che solo da quest’anno inizia a tornare ai valori prepandemici lavoreremo affinché il nostro impegno sia visibile da ogni punto di vista, senza misure vessatorie e ambiguità ideologiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni”.
Il settore “rappresenta una componente importante del tessuto produttivo e sociale del Paese”, aggiunge Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe. “Da sempre, siamo con gli italiani nei momenti di festa, di relax, di vacanza; ‘dissetiamo’ la loro voglia di spensieratezza e socialità e per questo dobbiamo essere messi in condizione di guardare avanti, investire e continuare a offrire prodotti che incontrino il gusto dei consumatori”. Come aggiunge Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, “Gli italiani sono un popolo conviviale ricco di tradizioni, amante della socialità e dello stare insieme. Proprio in questo contesto, le bevande analcoliche ricoprono un ruolo fondamentale come trait d’union tra le persone e il valore di un ricordo felice. Un simbolo della festa per grandi e piccini”.
Ma quello delle bevande analcoliche è anche un settore che guarda al futuro con non poche incertezze. Tra i costi delle materie prime elevati, con lo zucchero aumentato del 50%) e i mercati che, dopo una ripresa nel 2022, soffrono lo scenario economico instabile con flessione di piazze importanti, non è possibile prevedere come evolverà l’inflazione. Tutto ciò si riflette anche sui prezzi al consumo e sui volumi di vendita, come dimostra la frenata registrata nella prima parte dell’anno (-7%). In questo contesto di incertezze, si allunga l’ombra della sugar tax, che se entrasse in vigore nel 2024 drenerebbe oltre il 10% del fatturato in nuove tasse.
“È raro trovare un mercato da 5 miliardi di euro all’anno che si impegna a ridurre una componente strutturale del suo prodotto, com’è lo zucchero per le bibite, del 40% in dieci anni - ha dichiarato il Sottosegretario al Mef Federico Freni, intervenendo all’assemblea tramite videomessaggio -. Assobibe è un attore importantissimo della dinamica del nostro Paese e l’impegno per ridurre gli zuccheri ci fa dire con sincerità che ogni ipotesi di leva fiscale stabile rispetto a questo tema non è all’ordine del giorno. Il confronto virtuoso che c’è stato e continuare a esserci con gli interlocutori istituzionali al Ministero della Salute ha dato ottimi frutti. La fiscalità non è il giusto strumento per ottenere grandi risultati, soprattutto quando la filiera industriale, come in questo caso, è reattiva e operativa rispetto a sollecitazioni del legislatore e del mercato”.
Nell’assemblea si è parlato anche del Nuovo regolamento europeo su imballaggi e rifiuti da imballaggi, di come impatterebbe sul comparto in Europa imponendo un’omologazione ai sistemi dei Paesi del Nord e andando a vanificare gli investimenti fatti per raggiungere risultati in termini di raccolta e riciclo.

ANSAcom - In collaborazione con Coca Cola

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