Il capo delle forze armate della Birmania è tra i 20 individui e organizzazioni che Facebook ha annunciato di volere bandire dal suo sito al fine di "prevenire la diffusione di odio e disinformazione".
L'iniziativa è stata decisa dopo che il gigante dei social media è stato criticato per essere stato usato per infiammare il conflitto etnico e religioso nel Paese, in particolare contro i musulmani Rohingya.
Facebook ha spiegato di avere preso di mira pagine e account che sostenevano di fornire notizie e opinioni indipendenti, mentre promuovevano segretamente i messaggi dell'esercito del Myanmar.
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