Il Pentagono sta iniziando ad
utilizzare l'intelligenza artificiale per i droni da
combattimento. Secondo quanto riporta il New York Times,
infatti, l'aereo sperimentale XQ-58A Valkyrie senza pilota
dell'Air Force e' gestito dall'IA. Mossa che lo pone in prima
linea negli sforzi delle forze armate statunitensi per sfruttare
le capacità di una tecnologia emergente i cui vasti benefici
potenziali si scontrano con profonde preoccupazioni. L'aereo è
alimentato in volo da un motore a razzo, può volare per una
distanza pari alla larghezza della Cina, e può trasportare
missili in grado di colpire bersagli nemici ben oltre il suo
raggio visivo. Essenzialmente il Valkyrie e' un drone di
prossima generazione, ed è un prototipo di quello che l'Air
Force spera possa diventare un potente complemento alla sua
flotta di aerei da combattimento tradizionali, offrendo ai
piloti umani gregari robot altamente capaci da schierare in
battaglia. La sua missione è quella di unire l'intelligenza
artificiale e i suoi sensori per identificare e valutare le
minacce nemiche e poi, dopo aver ottenuto l'approvazione umana,
procedere all'uccisione. "È una sensazione molto strana. Sto
volando sull'ala di qualcosa che sta prendendo le proprie
decisioni. E non è un cervello umano", ha commentato il maggiore
34enne Ross Elder, pilota collaudatore di stanza alla base di
Eglin, in Florida, mentre si stava preparando per
un'esercitazione in cui avrebbe guidato il suo caccia F-15
insieme al Valkyrie. L'Air Force sta pianificando di costruirne
da 1.000 a 2.000 droni da combattimento per un minimo di 3
milioni di dollari ciascuno, una frazione del costo di un caccia
avanzato, motivo per cui si parla di un programma di "massa
accessibile".
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