Un algoritmo, messo a punto dall'università Ca' Foscari di Venezia, potrebbe rappresentare la soluzione per sostituire con materiali abbondanti e sostenibili la difficile ricerca (o il riciclo) delle terre rare, - lantanio, cerio, praseodimio, neodimio e altri metalli, indispensabili per l'economia del presente e del futuro - Ne ha parlato Stefanio Bonetti, ordinario di fisica della materia a Ca' Foscari, in una audizione alla Commissione Esteri della Camera dei deputati, dove ha spiegato le criticità e i possibili sviluppi nel campo delle terre e dei materiali rari, e presentato l'attività della Fondazione Rara Ets.
"Al momento - ha detto lo studioso - stiamo sviluppando e brevettando un algoritmo che permetta di sostituire completamente le terre rare con materiali sostenibili e abbondanti, cercando e combinando materiali con proprietà simili". L'approccio proposto dal gruppo di ricerca, offre una soluzione nuova al problema: "l'idea non è di trovare terre rare o materiali rari, riciclandoli o cercando nuovi giacimenti, ma di sostituirli completamente con materiali già presenti in modo abbondante sul pianeta".
"Elementi come il sodio, il potassio, il ferro, il titanio, e diversi altri - ha spiegato - che sono molto più abbondanti. Con questi elementi comuni si possono creare dei materiali compositi, delle leghe, che possono avere le proprietà delle terre rare. In questo modo, potremmo continuare a sviluppare tecnologia necessaria alla transizione ecologica, con materiali a basso impatto ambientale".
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