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Eruzioni esplosive in HD gettano luce sui vulcani italiani

Eruzioni esplosive in HD gettano luce sui vulcani italiani

Grazie allo studio guidato dall’Italia del Cumbre Vieja, alle Canarie

19 giugno 2023, 13:56

Redazione ANSA

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Un momento dekk’eruzione del vulcano Cumbre Vieja (fonte: INGV) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento dekk’eruzione del vulcano Cumbre Vieja (fonte: INGV) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un momento dekk’eruzione del vulcano Cumbre Vieja (fonte: INGV) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Eruzioni esplosive riprese in altissima definizione e anche alta velocità gettano nuova luce sui vulcani italiani: il passo avanti nella comprensione di questi fenomeni si deve ad uno studio guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha analizzato l’eruzione del Cumbre Vieja, il sistema vulcanico situato sull’Isola La Palma alle Canarie, iniziata il 19 settembre e terminata il 13 dicembre del 2021. La ricerca, pubblicata sulla rivista Geochemistry, Geophysics, Geosystems, permette di chiarire aspetti che riguardano vulcani come l’Etna e lo Stromboli, dove possono avvenire eruzioni di tipo esplosivo.

“L’attività esplosiva dell’eruzione è stata caratterizzata da una grande variabilità, con l’emissione di bombe, lapilli e cenere con modalità molto diverse tra di loro”, spiega Piergiorgio Scarlato dell’Ingv, co-autore dello studio guidato da Jacopo Taddeucci. “Questa variabilità – aggiunge Scarlato – ha fornito una rara opportunità per analizzare approfonditamente il comportamento del vulcano”.

I ricercatori, infatti, hanno studiato in dettaglio l’attività del vulcano grazie ad un corposo spiegamento di telecamere ad alta definizione e alta velocità. “I nostri strumenti hanno permesso di ottenere misure uniche del flusso di bombe e lapilli eruttati – afferma Taddeucci – con una velocità media di espulsione del materiale compresa tra i 5 e i 50 metri al secondo, con picchi fino a oltre 220 metri al secondo, e flussi che variano da pochi chilogrammi fino ad oltre 200 tonnellate di materiale eruttato ogni secondo”.

Un’attività esplosiva così variabile è da imputare ad una combinazione di fattori: “Il flusso di magma, l’apporto di gas, il diametro del condotto eruttivo e la presenza di materiale più freddo all’interno dei condotti”, dice ancora Scarlato. “Inoltre, la presenza di diverse bocche eruttive attive contemporaneamente – conclude il ricercatore – ha fatto sì che il magma ed il gas si ripartissero in maniera differente tra di loro”.

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