Gli studiosi hanno trascorso sei anni a registrare i capodogli al largo della costa orientale dell'Antartide usando tre ormeggi acustici altamente specializzati, progettati e realizzati dalla squadra di supporto tecnico dell'Australian Antarctic Division. I congegni operano fino a 3500 metri di profondità e in temperature attorno a zero gradi. Il compito di ascoltare le registrazioni per localizzare i suoni, distribuiti su 46 mila ore di audio, è stato affidato a un algoritmo computerizzato. La ricerca ha dato anche una migliore comprensione del comportamento di una specie che ha subito un pesante impatto dalla caccia alle balene negli ultimi secoli.
"Si stima - scrivono gli studiosi - che vi fossero 1,1 milioni di capodogli all'inizio della caccia alle balene che iniziò negli anni 1780 e non è finita fino agli anni 1980. I dati più recenti suggeriscono che ne rimangano poche centinaia di migliaia". I risultati dello studio saranno presentati al Comitato Scientifico della Commissione Baleniera Internazionale che si riunirà fra poche settimane a Florianópolis in Brasile.
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