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Marte, se ci fossero microrganismi vivrebbero 3 milioni di anni

Marte, se ci fossero microrganismi vivrebbero 3 milioni di anni

Rifugiati nel sottosuolo, a due metri di profondità

11 novembre 2017, 15:19

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica di Marte e delle sue due lune (fonte: YONHAP/EPA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di Marte e delle sue due lune (fonte: YONHAP/EPA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di Marte e delle sue due lune (fonte: YONHAP/EPA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel caso in cui Marte ospitasse forme di vita elementari, queste potrebbero sopravvivere anche fino a 3 milioni di anni, a condizione di sfuggire ai raggi cosmici ibernate nel sottosuolo a 2 metri di profondità. È quanto emerge dalla simulazione condotta da un gruppo di biologi russi coordinati dall'Università di stato Lomonosov di Mosca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Extremophiles.

I ricercatori hanno utilizzato come modello le colonie del terreno perennemente ghiacciato dell'Artico, il permafrost, e su questa base hanno riprodotto in laboratorio, in una camera climatica, le proibitive condizioni marziane: basse temperature e pressione, nonché continua esposizione a radiazioni ionizzanti. Oggi Marte è, infatti, un luogo poco adatto alla vita: l'atmosfera è sottilissima e il suolo è continuamente bombardato e sterilizzato da raggi cosmici e raggi gamma. La temperatura media, inoltre, oscilla intorno ai meno 63 gradi e, nelle zone polari come nelle ore notturne, può scendere fino a meno 145 gradi. Nonostante queste condizioni proibitive, lo studio dimostra che sotto la superficie Marte potrebbe nascondere sorprese, consentendo ai microrganismi di sopravvivere più a lungo di quanto si pensasse.

Una buona notizia per la missione ExoMars 2020, nella quale le agenzie spaziali di Europa (Esa) e Russia (Rososmos) prevedono di spedire su Marte un veicolo robotico con le ruote (rover): un laboratorio mobile per lo studio del sottosuolo controllato da Terra ed equipaggiato con un trapano italiano realizzato da Leonardo, destinato a perforare il terreno marziano fino a 2  metri di profondità a caccia di possibili tracce di vita microbica, presente o passata. Nella missione l'Italia ha un ruolo di primo piano, con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l'industria, con la Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), e il mondo della ricerca, con l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e diverse università.

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