Dettata dall'emergenza legata alla comparsa di un virus completamente sconosciuto, la ricerca sul coronavirus SarsCoV2 e' cominciata con una rapidita' straordinaria all'inizio di gennaio e da allora non ha fatto che accelerare, tra mappe genetiche ottenute in tempi record, corsie veloci per le pubblicazioni e procedure abbreviate per sperimentare i vaccini, sullo sfondo di un'intensa attivita' sui social media.
Proprio da Twitter fra il 10 e l'11 gennaio la comunita' scientifica di tutto il mondo aveva esercitato forti pressioni sulla Cina perche' pubblicasse la prima sequenza genetica del nuovo virus. La risposta e' stata rapidissima e l'11 gennaio la prima mappa era online, accessibile a tutti sulle banche dati Gisaid e GenBank. In poche settimane sono state pubblicate decine e decine di sequenze genetiche ricche dati preziosi.
La prima informazione e' stata quella sulla parentela: subito e' stato riconosciuto come un nuovo coronavirus, simile a quelli responsabili delle epidemie di Sars nel 2002-2003 e di Mers nel 2015. Era quindi la terza epidemia provocata da un virus di questo tipo nell'arco di 20 anni: un buon motivo per concentrare ulteriormente le ricerche sulla relativa facilita' con cui un virus noto per essere ospitato naturalmente negli animali fosse riuscito a diventare aggressivo per l'uomo.
In breve tempo le pubblicazioni scientifiche si sono moltiplicate: anziche' il classico canale delle riviste scientifiche internazionali che garantiscono la revisione degli articoli da parte della comunita' scientifica (un processo che garantisce l'affidabilita' dei risultati, ma puo' richiedere tempi molto lunghi), si preferisce pubblicare sui siti nei quali gli articoli transitano in attesa di approdare sulle riviste. Nell'arco di due mesi sono numerosissimi gli articoli che hanno seguito questa corsia veloce.
Se le mappe genetiche hanno permesso di progettare i primi vaccini in tempi rapidi, negli Stati Uniti e' stata istituita una procedura piu' rapida per accelerare la sperimentazione.
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