Hanno la forma di una foglia, e come loro prendono l'energia del Sole, ma in realtà sono delle preziose mini-fabbriche, con cui si possono produrre farmaci in modo sostenibile ed economico in qualsiasi luogo, dal cuore della foresta a Marte. A svilupparle i ricercatori guidati da Timothy Noel, dell'università di Eindhoven, il cui studio è pubblicato sulla rivista Angewandte Chemie.
La realizzazione del prototipo
Nelle foglie esistono delle molecole-antenna in grado di catturare l'energia dalla luce solare e di convogliarla in centraline per avviare il processo di fotosintesi. In questo caso i ricercatori si sono serviti di materiali relativamente nuovi, gli Lsc o concentratori solari luminescenti, capaci di catturare e concentrare la luce solare in modo simile alle foglie, con molecole sensibili alla luce. Sono lastre di materiale trasparente dotate di coloranti fluorescenti, sostanze cioè in grado di assorbire una parte della radiazione solare e di riemetterne una parte all'interno della stessa lastra. Gli studiosi li hanno utilizzati e incorporato dei canali molto sottili, simili alle venature delle foglie, in una gomma di silicio Lsc attraverso cui un liquido può essere pompato. In questo modo sono riusciti a portare la luce solare che entra in contatto con le molecole nel liquido, con un'intensità sufficiente a generare reazioni chimiche. I risultati ottenuti con il prototipo hanno superato le aspettative.
Dalla giungla a Marte, sarà possibile realzzare farmaci ovunque
''Anche in una giornata nuvolosa la produzione chimica è stata del 40% maggiore rispetto allo stesso esperimento fatto senza materiali Lsc. Ora abbiamo un potente strumento per produrre in modo sostenibile e con la luce solare prodotti chimici, come farmaci o sostanze per la protezione dei raccolti'', commenta Noel. Per la produzione dei farmaci potrà essere di grande aiuto, visto che attualmente per farli servono sostanze chimiche tossiche e molta energia sotto forma di combustibili fossili. Usando la luce solare le stesse reazioni diventano sostenibili, economiche, e in teoria, più rapide. ''Così si possono fare farmaci ovunque, da quelli per la malaria nella giungla al paracetamolo su Marte'', conclude.
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