Le piante assorbono più anidride carbonica del previsto, ma la trattengono per un tempo inferiore a quanto ipotizzato finora: lo dimostrano le quantità di radiocarbonio accumulate dalle piante negli anni Sessanta subito dopo il picco di test sulle armi atomiche. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Science da un team internazionale guidato dall'Imperial College di Londra, aiuteranno a correggere gli attuali modelli climatici su cui si basano le politiche contro il cambiamento climatico. “
Molte delle strategie sviluppate da governi e aziende per affrontare il cambiamento climatico si basano su piante e foreste per assorbire la CO2 che riscalda il pianeta e per bloccarla nell’ecosistema", afferma la prima autrice dello studio Heather Graven, docente di fisica dell'atmosfera all'Imperial College.“Il nostro studio suggerisce però che il carbonio immagazzinato nelle piante viventi non rimane lì per il tempo che pensavamo. Il potenziale di tali progetti di rimozione del carbonio basati sulla natura è limitato e le emissioni di combustibili fossili devono essere tagliate rapidamente per ridurre al minimo l’impatto del cambiamento climatico”.
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