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I colori dell'effetto gloria su un pianeta esterno al Sistema Solare

I colori dell'effetto gloria su un pianeta esterno al Sistema Solare

Visti dal satellite europeo Cheops, si attende conferma della scoperta

06 aprile 2024, 09:05

di Benedetta Bianco

ANSACheck

La ‘gloria’ è stata intravista al confine tra la faccia del pianeta illuminata e quella in ombra (fonte: ESA, work performed by ATG under contract for ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la prima volta è stato intravisto su un pianeta che si trova al di fuori del Sistema Solare, a 637 anni luce di distanza, il raro ‘effetto gloria’, un fenomeno ottico simile all’arcobaleno che circonda con luminosi aloni colorati ombre di oggetti proiettati su nubi o nebbia: gli indizi sono stati raccolti dal satellite Cheops dell’Agenzia Spaziale Europea e da altre missioni Esa e Nasa, e sono stati pubblicati in uno studio sulla rivista Astronomy & Astrophysics. Se confermata, la scoperta guidata dall’Istituto portoghese di Astrofisica e Scienze Spaziali svelerà nuovi aspetti del pianeta Wasp-76b, un gigante caldissimo simile a Giove sul quale probabilmente piove ferro fuso. Alla ricerca hanno partecipato anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica di Torino, Catania e Padova, l’Università di Padova e l’Università di Torino.

Osservato spesso sulla Terra, l'effetto gloria è stato riscontrato solo una volta su un altro pianeta, Venere. “C'è una ragione per cui finora non è stata vista alcuna gloria al di fuori del nostro Sistema Solare: richiede condizioni molto particolari”, afferma Olivier Demangeon, che ha guidato lo studio. “In primo luogo, sono necessarie particelle atmosferiche che siano quasi perfettamente sferiche, completamente uniformi e sufficientemente stabili da poter essere osservate per un lungo periodo. La stella vicina al pianeta deve brillare direttamente su di esso – aggiunge Demangeon – e l’osservatore, in questo caso Cheops, deve essere nel giusto orientamento”.

I dati raccolti dal satellite europeo suggeriscono che la prima ‘gloria’ extrasolare potrebbe essere comparsa al confine tra la faccia del pianeta costantemente esposta alla luce e al calore e quella perennemente in ombra. La conferma della scoperta vorrebbe dire che Wasp-76b è caratterizzato da nubi composte da gocce d'acqua perfettamente sferiche e da una temperatura atmosferica stabile nel tempo. Inoltre, il risultato insegnerà come rilevare altri fenomeni difficili da osservare ma di fondamentale importanza, come la luce riflessa da laghi e oceani liquidi.

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