Un fine anno magnifico per la sonda Juno della Nasa, che ha chiuso in bellezza il 2023 grazie all'incontro ravvicinato con Io, una delle lune di Giove, avvenuto il 30 dicembre: le sei foto scattate in questa occasione mostrano infatti questo mondo, il più vulcanico del Sistema Solare, con un dettaglio senza precedenti. La sonda è riuscita in questa impresa arrivando a soli 1.500 chilometri da Io: l'unica volta in cui un veicolo spaziale si è avvicinato di più a questa luna è stata nel 2001, quando la sonda Galileo della Nasa passò a 181 chilometri dal suo polo Sud.
La Nasa ha condiviso alcune delle incredibili immagini, certe in bianco e nero e altre a colori, sul suo profilo di X (ex Twitter). Lo scopo del passaggio ravvicinato, tuttavia, non era solo quello di scattare qualche bella fotografia, ma soprattutto di raccogliere dati sul vulcanismo di Io. Questa luna, di dimensioni simili a quella della Terra, si guadagna il suo titolo di corpo celeste più vulcanico a causa dell'immensa gravità esercitata da Giove, il pianeta più massiccio del Sistema Solare, ma anche dalle altre grandi lune gioviane, cioè Europa, Ganimede e Callisto.
Tutti insieme, questi corpi tirano e spingono Io generando forze di marea così immense da deformarne la superficie, facendola sollevare e abbassare anche di 100 metri e aprendo così centinaia di vulcani attivi che eruttano lava fino a decine di chilometri di altitudine. Alcune di queste particelle sfuggono all'atmosfera del satellite gioviano e vengono intrappolate dai campi magnetici del Gigante gassoso, formando una sorta di 'ciambella' di plasma intorno al pianeta. Questo è solo uno dei modi in cui il vulcanismo di Io può avere un impatto sull'intero sistema gioviano, e ciò dimostra l'importanza dei dati raccolti da Juno, che è già pronta per il prossimo incontro ravvicinato in programma per il 3 febbraio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA