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Il bagliore di una stella annuncia la nascita di nuovi pianeti - VIDEO

Il bagliore di una stella annuncia la nascita di nuovi pianeti - VIDEO

A 5.000 anni luce dalla Terra, visto dai telescopi di Atacama

26 luglio 2023, 12:11

Redazione ANSA

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Al centro la stella V960 Mon, circondata da polveri (fonte: ESO/ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/Weber et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Al centro la stella V960 Mon, circondata da polveri (fonte: ESO/ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/Weber et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Al centro la stella V960 Mon, circondata da polveri (fonte: ESO/ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/Weber et al.) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un bagliore improvviso su una giovane stella distante 5.000 anni luce ha annunciato la probabile nascita di pianeti giganti. Ad afferrare l'immagine spettacolare di questo evento finora mai visto sono stati i telescopi Vlt e Alma, che si trovano entrambi sulle Ande cilene, nel deserto di Atacama, e che fanno parte dello European Southern Telescope. Il risultato è pubblicato su The Astrophysical Journal Letters e si deve alla ricerca coordinata da Philipp Weber, dell'Università cilena di Santiago.

Attorno alla stella, che si chiama V960 Mon e si trova nella costellazione dell'Unicorno, grandi nubi di polveri hanno cominciato a collassare, immortalate dallo strumento Sphere del Very Large Telescope. Ad attirare l'attenzione degli astronomi è stato l'improvviso aumento di luminosità della stella e le osservazioni successive hanno mostrato vortici di polveri che progressivamente si assemblavano in intricate spirali con bracci dalle dimensioni maggiori rispetto a quelle del Sistema Solare.



Lo spettacolo ha incuriosito gli astronomi, che hanno voluto osservare quanto accadeva intorno alla giovane stella ancora più nel dettaglio utilizzando il radiotelescopio Alma. Così "è diventato chiaro che i bracci della spirale si stavano frammentando, dando luogo alla formazione di aggregati dalla massa confrontabile a quella di un pianeta", osserva Alice Zurlo, dell'Università cilena Diego Portales, fra gli autori della ricerca. "Nessuno aveva mai osservato una tale instabilità gravitazionale su scala planetaria", dice Weber.

Da dieci anni il gruppo di ricerca cileno stava inseguendo immagini come queste e il prossimo passo sarà studiare il processo ancora più nel dettaglio. Un grande aiuto, dicono i ricercatori, potrà arrivare dal nuovo potente telescopio dell'Eso, l'Extremely Large Telescope, attualmente in costruzione. "Il telescopio Elt permetterà di esplorare la complessità chimica degli aggregati e - conclude Weber - potrà aiutarci a saperne di più sulla composizione del materiale dei futuri pianeti".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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