Alcuni fiumi di Marte erano più profondi e scorrevano più rapidamente di quanto si credesse. Lo indicano le immagini raccolte dal rover Perseverance della Nasa che sono state messe a confronto con i detriti portati dai fiumi terrestri da un gruppo di ricerca multidisciplinare guidato da Michael Lamb dell’Istituto ti Tecnologia della California (Caltech).
Oggi su Marte l’acqua liquida non c’è ma la sua superficie mostra chiaramente i segni lasciati da grandi masse di acqua che miliardi di anni fa scorrevano liberamente, grandi mari, laghi e fiumi. Ma riuscire a immaginare come fossero questi antichi fiumi non è affatto facile perché Marte ha molte caratteristiche diverse dal nostro piante, primo tra tutti una gravità più ridotta, e l’erosione del vento e gli effetti del tempo hanno sicuramente modificato quel che è visibile oggi.
Il rover laboratorio Perseverance in questi anni ha fotografato a campionato il terreno nei pressi del cosiddetto cratere Jezero e in queste settimane si trova a esplorare alcuni strati di sedimenti molto alti, circa 250 metri, che sembrano suggerire un paesaggio ben diverso da quanto immaginato fino a questo momento.
Forma e disposizione dei ciottoli portati dai fiumi sono usati sulla Terra per poter avere molte informazioni relative ai fiumi e lo stesso si cerca di fare studiando il paesaggio marziano. A differenza di altre zone esplorate da Perseverance e dal rover gemello Curiosity, i segni trovati in questa area, la stratificazione dei sedimenti e la presenza di ciottoli di dimensione piuttosto grande, farebbe pensare alla presenza di un fiume impetuoso capace di scavare il terreno in profondità. Un paesaggio differente rispetto ai calmi fiumi finora individuati dalle analisi precedenti.
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