La Cina punta a un "cambiamento radicale" nella ricerca per rispondere alla sfida lanciata dagli Stati Uniti e promuovere l'autosufficienza in campo scientifico e tecnologico: questa l'analisi che pubblica la rivista Science sul suo sito, raccogliendo i commenti di vari esperti sul piano di riforma presentato a Pechino in occasione della terza sessione plenaria del 14/mo Congresso nazionale del popolo.
Il piano "riorientera' il Ministero cinese della scienza e della tecnologia sugli impegni chiave per soddisfare le principali priorita' nazionali", si legge nell'articolo di Science firmato da Dennis Normile. "Crea inoltre una potente Commissione centrale per la scienza e la tecnologia intesa ad applicare politiche coerenti tra le agenzie governative e ritenerle responsabili del raggiungimento dei loro obiettivi".
Per il politologo Richard Suttmeier, che ha lavorato all'Universita' dell'Oregon, si tratta del "cambiamento piu' radicale al sistema di innovazione cinese dalla fine dell'era di Mao". L'obiettivo, secondo Denis Simon, esperto di politica scientifica cinese all'Universita' della Carolina del Nord, e' far si' che la Cina produca tecnologia utilizzabile nel breve termine. Ma il piano non trascura neppure la ricerca di base, che ha visto aumentare i fondi: la spesa e' raddoppiata in 5 anni e rappresenta il 6,3% della spesa totale in ricerca e sviluppo, mentre l'obiettivo e' quello di arrivare all'8% entro il 2025, come spiega Xuemei Xie, specialista in economia dell'innovazione presso la Tongji University.
In parte, le mosse della Cina "rappresentano una risposta alle recenti decisioni degli Stati Uniti di limitare le vendite di chip per computer avanzati e apparecchiature per la produzione di semiconduttori alla Cina" si legge su Science. "Gli Stati Uniti stanno spingendo Giappone e Paesi Bassi ad adottare divieti simili. Cio' ha portato il presidente cinese Xi Jinping a dire senza mezzi termini ai dirigenti aziendali che la Cina sta affrontando una strategia guidata dagli Stati Uniti di 'contenimento, accerchiamento e repressione' che pone 'gravi sfide per lo sviluppo della Cina'".
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