Scoperto un nuovo antenato degli anfibi, vissuto 270 milioni di anni fa, che è stato chiamato Kermitops gratus in onore della rana Kermit dei Muppets: il suo cranio fossile è infatti dotato di grandi orbite oculari di forma ovale che ricordano gli occhi spalancati del celebre pupazzo ideato da Jim Henson nel 1955. L'identikit della nuova specie, utile a ricostruire l'albero evolutivo degli anfibi moderni, è pubblicato su Zoological Journal of the Linnean Society dai ricercatori della Washington University e del Field Museum of Natural History di Chicago.
Il cranio fossile, lungo poco più di due centimetri, è stato rinvenuto nel 1984 dal paleontologo Nicholas Hotton durante uno scavo in Texas. Tra le rocce sedimentarie rosse note come 'Red Beds', che risalgono all'età del Permiano inferiore, sono stati ritrovati i resti di antichi rettili, anfibi e antenati dei moderni mammiferi. Molti dei fossili raccolti sono poi rimasti depositati nella collezione dello Smithsonian in attesa di studi più approfonditi.
Così è stato anche per il cranio di Kermitops gratus, riesaminato solo nel 2021. I ricercatori sono rimasti colpiti dal suo particolare mix di tratti che lo rendono diverso dai tetrapodi più antichi, gli antenati degli anfibi e di altri vertebrati moderni a quattro zampe. La regione del cranio dietro agli occhi, per esempio, era molto più corta rispetto al muso allungato e ricurvo. Queste proporzioni aiutavano l'animale (che probabilmente somigliava a una salamandra un po' tozza) a catturare piccoli insetti simili a larve.
I ricercatori hanno identificato il fossile come appartenente al gruppo dei temnospondili, parenti primitivi degli anfibi vissuti per oltre 200 milioni di anni dal Carbonifero al Triassico. Considerato però che il cranio dell’animale presentava caratteristiche uniche, gli studiosi hanno stabilito che apparteneva a un genere completamente nuovo che hanno chiamato Kermitops, un nome che deriva da Kermit, il pupazzo dei Muppets, unito al suffisso greco '-ops', che significa faccia. Il termine gratus che identifica la specie è stato invece scelto per sottolineare la gratitudine dei ricercatori nei confronti dei paleontologi che hanno originariamente ritrovato il fossile.
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