In occasione della Settimana nazionale delle discipline Stem, che comprendono scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, in programma per la prima volta dal 4 all’11 febbraio e che culminerà nella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa punta i riflettori su una delle ‘eroine’ dimenticate dell’informatica: Grace Hopper, matematica e militare statunitense, che coniò il termine ‘bug’, entrato nel linguaggio comune per indicare errori di programmazione.
Il 9 febbraio, il professore dell’Ateneo Andrea Vandin terrà una lezione dedicata agli studenti delle scuole superiori, che è stata anche scelta dall’alleanza universitaria Eelisa della Commissione Europea, a cui in Italia aderiscono Scuola Superiore Sant'Anna e Scuola Normale Superiore, come esempio di “buona pratica per sostenere le carriere femminili nelle materie Stem”. Grace Hopper, vissuta tra il 1906 e il 1992, è rimasta una figura poco nota al grande pubblico nonostante sia ritenuta la ‘madre’ dei linguaggi di programmazione moderni. È stata, ad esempio, una delle ideatrici del linguaggio di programmazione Cobol, disegnato appositamente per elaborare dati commerciali e usatissimo ancora oggi nei sistemi informatici delle banche.
Fu lei a inventare il termine ‘bug’, quando trovò un vero e proprio insetto (che è la traduzione letterale del termine inglese) negli ingranaggi di uno dei primi calcolatori al mondo, il Mark2. “Al Sant’Anna tengo due corsi di introduzione alla programmazione e all'Intelligenza Artificiale rivolti a 'non informatici': il dato che può apparire sorprendente è che a questi corsi la percentuale di studentesse è maggiore rispetto a quelle che si incontrano nei percorsi Stem”, afferma Vandin. “È purtroppo noto, infatti, che nelle discipline Stem vi sono troppe poche donne. Questo è un fenomeno internazionale – aggiunge il professore della Scuola Sant’Anna – influenzato forse da una percezione negativa che le ragazze hanno verso queste discipline”.
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