Non solo esseri umani e uccelli, anche i pesci sanno contare alla nascita, o meglio sanno riconoscere le differenze numeriche. A indicarlo è la ricerca italiana coordinata da Tyrone Lucon-Xiccato, dell'Università di Ferrara, e pubblicata sulla rivista Communications Biology. Condotto su pesci zebra appena nati, lo studio suggerisce la possibilità che le capacità computazionali sono innate in tutti i vertebrati.
"Abbiamo eseguito una serie di test di vario tipo su pesci zebra appena nati e l'unico modo per spiegare le loro scelte è che sappiano in qualche modo contare, o più precisamente riconoscere le differenze tra due quantità numeriche", ha detto Lucon-Xiccato all'ANSA. Del gruppo di ricerca fanno parte anche Elia Gatto, dell'Università di Ferrara, e Camilla Maria Fontana e Angelo Bisazza, dell'Università di Padova. Nell’esperimento, i piccoli di pesce zebra sono stati posti in vasche sulle cui pareti erano disegnate delle strisce per simulare la presenza di piante in acqua.
"In modo innato - ha aggiunto il ricercatore italiano - i pesci scelgono di andare sempre verso le pareti dove c'è un maggior numero di strisce, probabilmente perché lo considerano un luogo più riparato e sicuro". Gli esperimenti hanno previsto varie combinazioni di strisce, anche con larghezze variabili, e ogni volta è stato possibile determinare che a guidare le scelte era sempre una capacità di identificare la quantità di strisce.
"Sappiamo che molti vertebrati, fra i quali l'uomo, possiedono questa capacità già nei primissimi stadi di vita - ha concluso Lucon-Xiccato - e scoprirla anche negli embrioni di pesce ci suggerisce che probabilmente la capacità di processare i numeri si debba a un vero e proprio circuito neuronale innato e comune a tutti i vertebrati. Probabilmente l'eredità di uno progenitore di tutti i vertebrati moderni".
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