Da uno a due milioni di morti immediate e circa 300 milioni di persone a rischio di conseguenze letali per le radiazioni: è lo scenario di un attacco ai silos di armi nucleari nell'entroterra degli Stati Uniti, secondo la simulazione elaborata dall'esperto di sicurezza Sebastien Philippe, della Princeton University. I risultati sono pubblicati in esclusiva dalla rivista Scientific American, nell'ambito di un numero speciale dedicato al piano da 1.500 miliardi di dollari con cui gli Stati Uniti intendono rinnovare il proprio arsenale atomico.
Nel piano è prevista la modernizzazione dei missili balistici intercontinentali e delle 450 strutture di lancio (silos) presenti in Colorado, Wyoming, Nebraska, Montana e Nord Dakota. Già nel 1976 e nel 1988, la rivista Scientific American aveva pubblicato studi in merito alle possibili conseguenze di un attacco nucleare su queste infrastrutture, calcolate con modelli relativamente semplici che consideravano i venti medi stagionali. Il nuovo studio realizzato da Sebastien Philippe offre invece uno scenario più realistico con un livello di dettaglio mai ottenuto prima, grazie a modelli più sofisticati e dati meteorologici a risoluzione più elevata aggiornati al 2021.
Oltre a calcolare il numero di potenziali vittime, il modello valuta come potrebbero variare le conseguenze con il cambiamento dei modelli meteorologici, quali località americane sarebbero più a rischio e quale potrebbe essere lo scenario peggiore per le diverse località.
Le nuove mappe mostrano che quasi l’intera popolazione degli Stati a stelle e strisce contigui a quelli colpiti dall'attacco e le aree più popolate del Canada, così come la parte settentrionale del Messico, potrebbero essere a rischio di ricadute letali, a seconda delle condizioni meteorologiche al momento dell'attacco.
In un editoriale di accompagnamento, Scientific American lancia un appello affinché gli Stati Uniti rinuncino all’aggiornamento delle proprie armi nucleari, in particolare dei missili lanciati da silo, dimostrando di aver imparato le lezioni del XX secolo.
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