Dodici milioni di euro complessivi per fare un importante passo avanti nel riciclo delle cosiddette terre rare, una quindicina di elementi chimici divenuti essenziali per tutte le tecnologie del presente e del futuro come batterie ricaricabili, dispositivi di ultima generazione ed energie rinnovabili. Il finanziamento e' destinato, infatti, a due progetti europei sviluppati dall'Universita' dell'Aquila, che puntano a trasferire in ambito industriale le tecniche messe a punto dai ricercatori, recuperando terre rare da automobili elettriche e ibride, dai generatori eolici e da altri dispositivi come hard disk e lampade fluorescenti. I 12 milioni sono stati ricavati grazie al brevetto dell'Universita' ottenuto in questo campo, che e' ormai diventato prioritario per la transizione energetica ed ecologica.
Il primo progetto, chiamato New-Re, e' partito a fine 2022 ed e' affidato al Consorzio Erion, del quale fanno parte sia aziende che enti di ricerca: lo scopo e' quello di realizzare un primo impianto pilota per il recupero delle terre rare dai magneti contenuti nei motori elettrici e negli altri dispositivi.
Il secondo progetto, invece, partira' agli inizi di settembre 2023 e sara' coordinato dall'azienda Itelyum Spa (coinvolta anche nel primo studio). In questo caso verra' effettuata l'industrializzazione vera e propria del processo, con la realizzazione di un impianto sempre per la produzione di terre rare a partire da magneti, ma con la possibilita' di trattare anche altre tipologie di materiali come schede elettroniche e batterie al litio.
Con altri due progetti Horizon 2020 attivi, sempre finalizzati al recupero di questi elementi, l'Universita' dell'Aquila consolida quindi la sua posizione a livello nazionale ed europeo in questo campo, anche con la possibilita' di utilizzare un proprio impianto pilota e attrarre ricercatori dall'estero.
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