Scoperto il meccanismo che regola l’invecchiamento delle cellule: la chiave sta nel riciclo dei componenti cellulari difettosi o danneggiati in particolare nel nucleo, la parte che contiene il Dna, che quando è malfunzionante porta a invecchiamento precoce, malattie e tumori. La scoperta,
pubblicata sulla rivista Nature Aging, si deve alla Fondazione greca Hellas per la ricerca e la tecnologia (Forth). Il gruppo di ricerca guidato da Margarita-Elena Papandreou ha condotto lo studio sui vermi Caenorhabditis elegans, i più utilizzati negli studi di genetica, e sui topi, scoprendo che lo stesso meccanismo gioca un ruolo fondamentale anche nella fertilità e potrebbe quindi portare a nuovi trattamenti in questo campo.
Durante l’invecchiamento, come anche nelle cellule diventate tumorali, la struttura del nucleo cellulare subisce un progressivo deterioramento, spesso accompagnato anche da un eccessivo allargamento di alcune strutture. Queste caratteristiche sono tipiche anche di malattie legate all’invecchiamento precoce o anomalo, come la sindrome di Hutchinson–Gilford, quella di Werner e altre.
I ricercatori hanno scoperto che a giocare il ruolo principale è la proteina di ancoraggio per l’involucro del nucleo, chiamata ANC-1 e presente in diverse versioni in entrambi gli organismi, come anche negli esseri umani. Questa proteina impedisce l'alterazione delle strutture cellulari, protegge la fertilità nelle cellule germinali e soprattutto controlla il riciclo e la distruzione delle parti danneggiate.
“Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che il riciclo del materiale cellulare sia un fattore così importante”, commenta Nektarios Tavernarakis, co-autore dello studio. “È interessante notare che questo meccanismo è strettamente legato ai percorsi che promuovono la longevità delle cellule – aggiunge Tavernarakis – evidenziando come i due processi siano strettamente connessi”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA