Il termine “tsunami” significa “onda del porto” e deriva dalla combinazione delle parole giapponesi “tsu”, porto e “nami”, onda. Sono veri e propri muri d’acqua generati dalla liberazione di una fortissima energia, come e' accaduto in seguito al terremoto del 26 dicembre 2006 a Sumatra e in quello dell’11 marzo 2011 in Giappone.
Oltre che dai terremoti, questi fenomeni possono essere generati anche da vulcani sottomarini, da esplosioni o dall'impatto di meteoriti.
Nel caso di un terremoto, l'onda viene generata dalla spinta che avviene nel momento in cui la crosta terrestre si deforma progressivamente fino a fratturarsi. Le deformazioni che avvengono sul fondale creano perturbazioni nell'equilibrio dell'acqua finche' l'energia liberata al momento della frattura non provoca l'onda. Una grande quantita' d'acqua comincia cosi' a spostarsi ad una velocita' notevole, paragonabile a quella di un aereo di linea. Può infatti raggiungere i 700 chilometri l'ora e, se non incontra ostacoli, propagarsi per migliaia di chilometri. E’ un fenomeno impressionante ma appena percettibile in mare aperto perche' l'onda all'inizio e' lunghissima.
Il problema nasce quando l'enorme energia dello Tsunami viene convogliata dalla particolare conformazione di alcune coste, dai fondali bassi o da altri ostacoli, magari artificiali come un grande porto.
E' allora che l'onda si alza fino a creare un muro d’acqua alto decine di metri. L'impatto e' devastante perche' onde come queste hanno una capacita' di erosione tale da cancellare in un attimo spiagge e vegetazione, distruggere le case e gli edifici che si trovano sulla costa e provocare allagamenti fino a centinaia di metri nell'entroterra.
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