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Finisce mito sessualità precoce, primo rapporto a 17 anni

Finisce mito sessualità precoce, primo rapporto a 17 anni

Ma si supera il gap tra maschi e femmine, l'età è simile

ROMA, 08 febbraio 2017, 16:44

Redazione ANSA

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Finisce mito sessualità precoce, primo rapporto a 17 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Finisce mito sessualità precoce, primo rapporto a 17 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Finisce mito sessualità precoce, primo rapporto a 17 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quello della sessualità precoce, tra i giovanissimi italiani, sembra un mito ormai superato. Il primo rapporto sessuale completo infatti lo hanno in media intorno ai 17 anni, mentre solo il 19,8% dichiara di averlo fatto prima dei 16 anni. Inoltre, rispetto agli anni passati, c'è un recupero del gap tra ragazzi e ragazze: l'età della 'prima volta' è infatti molto simile, ovvero di 17,5 anni per maschi e 17,3 per le femmine. E' la fotografia scattata dalla ricerca "Conoscenza e prevenzione del Papillomavirus e delle patologie sessualmente trasmesse tra i giovani in Italia", realizzata dal Censis.
    Quasi la totalità dei giovani italiani di 12-24 anni (il 93,8%) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. È l'Aids la patologia che viene maggiormente citata (89,6%), mentre solo il 23,1% indica la sifilide, il 18,2% la candida, il 15,6% il Papilloma Virus e percentuali tra il 15% e il 13% la gonorrea, le epatiti e l'herpes genitale. Resta centrale il ruolo dei media nell'informazione, utilizzato dal 62,3% del campione, seguito dalla scuola (53,8%). Ma il ruolo di quest'ultima mostra differenze tra le diverse aree del Paese: è infatti più forte al Nord, rispetto che al e al Sud. Solo il 9,8% dei giovani si informa attraverso medici e farmacisti.
    "Resta molta diffidenza - spiega Andrea Lenzi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia - da parte dei giovani nei confronti dell'andrologo. Molti non lo conoscono, la maggior parte ritiene di non averne bisogno. Culturalmente non sono abituati a considerare la possibilità che anche i maschi possano essere interessati da patologie che riguardano il sesso.
    Dobbiamo sviluppare maggior informazione ed educazione". 
   

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