"La sanità pubblica universalistica e solidale è il più grande patrimonio di cui dispongano i cittadini di questo Paese. Eppure, decenni di distruzione sistematica hanno portato il Sistema sanitario nazionale al punto di rottura". Lo dicono varie organizzazioni sindacali di medici, infermieri, veterinari, operatori sanitari e dipendenti del sistema sanitario nazionale in occasione dell'assemblea "Insieme nel lavoro per la salute" questa mattina al Teatro Italia. A promuovere l'evento diversi sindacati tra cui Fp Cgil, Uil Fpl, Nursind, Nursing Up, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti sanitari e Fvm.
"Le lavoratrici e i lavoratori del Ssn non sono corresponsabili di questo sfascio e oggi che il clima di lavoro si è arroventato oltre ogni sopportabilità non intendono fare da capro espiatorio e lo denunciano pubblicamente a tutta la cittadinanza", aggiungono. "Non si può accettare che un patrimonio di pubblica solidarietà e eccellenza professionale sia svenduto sul mercato privato", affermano. Inoltre, "nel Paese ci sono sei milioni di poveri, anche di lavoratori poveri, alle cui famiglie deve essere garantita almeno un'assistenza sanitaria del livello di un Paese del G7 e queste persone sono lasciate senza cure nelle diseguaglianze di un'autonomia differenziata che aumenterà il divario tra la sanità del nord e quella del sud", fanno notare.
Infine, "le nostre colleghe e i nostri colleghi non possono continuare a lavorare in condizioni sempre più precarie e pericolose per dare alle persone un'assistenza sanitaria che è sempre meno garantita dai vari governi e che da diversi decenni subisce tagli".
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