La scelta di erogare alcune categorie di farmaci, per le quali sono generalmente previste forme di esenzione e che quindi non comportano un aggravio di spesa per i cittadini, nelle farmacie di comunità piuttosto che in ambito ospedaliero "va incontro alle esigenze delle persone, specie quelle più anziane o con difficoltà di mobilità, perché facilita l'accesso al farmaco e la possibilità dell'aderenza terapeutica". Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, a pochi giorni dalla determina Aifa che ha spostato oltre 200 farmaci dalla distribuzione ospedaliera a quella in farmacia (in questa prima tranche tutti prodotti per i diabetici), interviene contro l'ipotesi di una retromarcia circolata nei giorni scorsi per motivi economici. Secondo i dati Osmed, meno del 45% dei pazienti con diabete di tipo II assume il trattamento previsto con regolarità e lo fa solo il 15% circa di pazienti con Asma e Bpco. "Trovare i farmaci già disponibili nella propria farmacia di riferimento, specie se i farmacisti svolgeranno un ruolo sempre più attivo per accrescere i livelli di aderenza, è una misura che va incontro ai cittadini con patologia cronica e, a medio termine, potrà costituire anche un risparmio per il Servizio sanitario. Come considerazione generale - spiega Mandorino - ci piacerebbe vedere i diritti dei cittadini sempre al centro delle scelte di politica pubblica di Governo centrale e Regioni, anziché vederli evidenziati quando si tratta di dividersi come in questo caso e ignorati in altri, e ci riferiamo, ovviamente, ai Livelli essenziali di assistenza e all'ennesima proroga di qualche settimana fa al loro aggiornamento".
"La recente dichiarazione dell'Onorevole Marco Furfaro che paventa un aumento delle spese per le regioni ed un danno economico per i cittadini, a fronte del passaggio di alcuni farmaci per il diabete dalla diretta alla convenzionata, non tiene conto che questo spostamento comporterà benefici per la collettività e specificatamente per i pazienti affetti da malattie croniche. Rendere accessibile il farmaco significa avere una migliore aderenza alla terapia e una migliore cura", dice la Presidente dell'Associazione nazionale malati reumatici (Anmar Onlus), Silvia Tonolo. "In un paese come il nostro, dove il 53% del territorio è rappresentato da aree interne, spesso carenti di infrastrutture e sprovviste di servizi essenziali, la farmacia è il primo e il più accessibile presidio sanitario, presente capillarmente anche nelle aree più remote. È evidente che sia più agevole per il malato reumatico, spesso anziano e con difficoltà motorie, ritirare il farmaco nella farmacia sotto casa piuttosto che percorrere chilometri per raggiungere una struttura sanitaria aperta per poche ore solo alcuni giorni a settimana.
Sulla stella linea anche Omar, l'osservatorio per le malattie rare. "La decisione di erogare alcune terapie croniche nelle farmacie vicine al luogo di vita delle persone va senza dubbio a vantaggio della qualità di vita dei pazienti e dei loro caregiver e aiuta anche a superare alcune disomogeneità territoriali. È una svolta epocale e sarebbe una misura utile anche per molte persone con malattia rara che utilizzano terapie croniche e che attualmente devono andarle a ritirare nelle farmacie ospedaliere spesso con disagi importanti".
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