(ANSA) - BOLOGNA, 02 FEB - Nonostante la contrazione delle
sedute del blocco operatorio nel periodo pandemico, l'equipe
dell'Urologia dell'Ospedale Maggiore di Bologna segna un
importante traguardo: 1.000 interventi chirurgici realizzati con
l'ausilio del robot Da Vinci, la piattaforma più avanzata per la
chirurgia mini-invasiva disponibile oggi, nonché l'evoluzione
della laparoscopia tradizionale.
"L'Urologia è una specialistica che ha avuto un ruolo
determinante nello sviluppo della robotica - spiega Sergio
Concetti, direttore dell'Urologia dell'Azienda Usl di Bologna -.
Oggi se ne fa uso anche per altre tipologie di interventi,
sebbene circa il 65% dell'attività della chirurgia robotica sia
rivolta a pazienti con patologie urologiche tra cui, in
particolare, interventi per tumori alla prostata, al rene o
chirurgia ricostruttiva".
A fine 2019 all'Ospedale Maggiore arrivò il primo robot Da
Vinci condiviso tra urologi, chirurghi generali e chirurgia
toracica. Nel febbraio 2022 si è aggiunto un secondo robot con
il quale si è potuto dare ulteriore impulso in particolare
all'attività urologica.
"L'utilizzo di questa tecnologia comporta molteplici vantaggi
per i pazienti sia dal punto di vista funzionale, sia per il
decorso post-operatorio nonché per il recupero delle funzioni
fisiologiche tra cui la continenza e l'attività sessuale -
precisa il direttore dell'Unità Operativa - tuttavia, il robot
non opera in autonomia: esso, infatti, richiede un lungo
percorso formativo dal momento che, a guidare i bracci meccanici
sui quali vengono montati gli strumenti necessari per eseguire
l'intervento e a determinarne i suoi movimenti e comportamenti,
è sempre e comunque il chirurgo". Il millesimo intervento
chirurgico realizzato dall'equipe di Sergio Concetti con il
robot Da Vinci ha avuto per protagonista un paziente affetto da
tumore al rene. (ANSA).
