"Il problema della ondata in corso
del Coronavirus è nato al confine con la Russia, a circa tremila
chilometri a Nord Est di Wuhan. Le autorità monitorano il
problema e la città di Harbin, capoluogo dell'Heilongjiang che
conta una decina di milioni di abitanti è stata chiusa, così
come fatto in precedenza con Wuhan". Lo ha spiegato Renzo Isler,
ex direttore di Generali China e attualmente consulente del
Gruppo per la Cina, intervenendo a una videoconferenza sul
futuro del Porto di Trieste organizzata dall'associazione Luoghi
comuni di Trieste.
"Il numero minore di persone coinvolte e l'esperienza maturata
in questi mesi in Cina fa s' che impatto sia minore, sanno dove
sta e come affrontare il problema". Secondo Isler, lo "sbaglio
iniziale delle autorità cinesi è stato non prevedere una
struttura adeguata e dare agli operatori sanitari quegli
strumenti che poi sono diventati obbligatori per tutti".
Il manager ha infine segnalato che "in Cina non esistono medici
di base, tutti vanno in ospedale e il Paese non era pronto per
questo tipo di assistenza medica. La domanda da porsi oggi è: se
ci sarà una nuova grande ondata, i cinesi si fideranno a andare
in ospedale?", ha concluso Isler.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA