Le protesi al silicone per il seno
impiantate in tutto il mondo spesso sono vendute senza gli
adeguati test di sicurezza, al punto che potrebbe essere
'sfuggito' il legame con un tipo raro di tumore oltre a svariati
effetti collaterali. Lo afferma un'inchiesta dell'International
Consortium of Investigative Journalists, un consorzio
internazionale di giornalisti di cui fanno parte le principali
testate europee.
Per quanto riguarda il legame con il linfoma anaplastico a
larghe cellule, un raro cancro del sistema immunitario, le
autorità francesi hanno già raccomandato alle donne di non
utilizzare le protesi con silicone 'ruvido' finché non sarà
terminata un'indagine sul rischio, e anche quelle britanniche
hanno iniziato a investigare, anche se non hanno emanato
raccomandazioni specifiche. "Il possibile legame con il tumore
ci preoccupa - afferma alla Bbc Suzanne Turner dell'università
di Cambridge -. Il rischio è piccolo ma è un rischio su cui
dovremmo investigare e di cui dovremmo essere informati".
Dai dati britannici il linfoma si presenterebbe in uno su
24mila impianti, si legge nell'inchiesta, che fa parte di un
lavoro più grande chiamato 'implant files' sui dispositivi
medici, mentre altri paesi riportano tassi maggiori. Fra le
altre scoperte dei giornalisti c'è l'uso di materiali non
abbastanza puri, riscontrato in Olanda, un gran numero di donne
che si sono ritirate dai test clinici per verificare la
sicurezza delle protesi e migliaia di segnalazioni di effetti
collaterali, anche gravi, dovuti alle protesi e sfuggiti alle
autorità regolatorie o coperti dai produttori.
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