MONZA - "Non sappiamo dove possa aver contratto il morbillo,
in quanto il periodo di incubazione della malattia esentematica
è di circa 10 giorni, quindi precedente al suo ricovero
nell'ospedale San Gerardo, ma possiamo affermare con certezza
che a ogni suo ingresso nel reparto di emato-oncologia
pediatrica o degli ambulatori day hospital del Centro Maria
Letizia Verga, dove era in cura per la leucemia, sono state
attivate tutte le misure per proteggerlo da contaminazioni di
qualsiasi natura, non solo dal morbillo". Queste le parole
dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, in risposta
alle polemiche sul decesso di un bimbo di sette anni per
morbillo al San Gerardo di Monza, smentendo le informazioni
riportate su media, e in rete, secondo cui il piccolo avrebbe
contratto il virus del morbillo all'interno della struttura
ospedaliera. Poi Gallera ha spiegato che, "come confermato da
Andrea Biondi, direttore del Centro Pediatrico Maria Letizia
Verga, ospitato all'interno dell'ospedale San Gerardo, i reparti
di degenza dove i bambini vengono sottoposti a terapie
oncologiche sono strutturati in modo da evitare qualsiasi tipo
di contagio con agenti esterni che possano aggravare o mettere a
rischio le già compromesse condizioni immunitarie". L'assessore
ha poi precisato che si tratta di "reparti dotati di stanze
singole, condizionate da un sistema di areazione e filtraggio
dell'aria che ne garantisce il controllo ambientale, e separate
da un'anticamera dove visitatori e personale sanitario che
entrano in contatto con il paziente sono obbligati oltre al
lavaggio delle mani a indossare camice e mascherina".
"Analogamente - ha precisato l'assessore - anche negli
ambulatori day hospital del Centro sono presenti camere dotate
delle stesse caratteristiche in cui è vigente lo stesso
protocollo di sicurezza. Protocollo a cui vengono sottoposti i
pazienti immuni- compressi che si presentino per effettuare i
cicli chemio terapeutici, o quelli che giungano a causa di
sintomatologie come quelle da virus di morbillo che ha
presentato il bambino in seguito deceduto".
A seguito dei casi di morbillo verificatisi al San Gerardo di
Monza, l'ospedale ha predisposto misure di emergenza, come ha
spiegato Gallera: "Il direttore dell'Asst Monza Matteo Stocco mi
ha riferito che alla comparsa dei casi di morbillo, sia
all'interno del Centro Maria Letizia Verga, che dell'ospedale
San Gerardo, sono state messe in atto misure di prevenzione che
hanno permesso di contenere la possibilità di contagio
all'interno dei reparti".
Poi l'assessore ha spiegato che si tratta di "misure efficaci
che, come confermato anche dal direttore della Clinica Malattie
Infettive del San Gerardo Andrea Gori, hanno impedito,
nonostante i numerosi accessi al Pronto soccorso del Centro
pediatrico e nonostante la provincia di Monza Brianza sia la
seconda in Italia per numero di casi di morbillo, il verificarsi
di una vera e propria epidemia".
Per arginare le polemiche sorte rispetto alla morte del
piccolo paziente dell'ospedale monzese, Gallera ha "ribadito
che, al di là delle polemiche sterili e senz'altro dolorose per
i genitori di un bambino che non c'è più, come sostengono le
autorità mediche e scientifiche, non solo io, l'unico modo per
prevenire eventi tragici e tutelare chi per patologia a rischio
non può sottoporsi a vaccinazione, sia raggiungere quella
percentuale del 95% di copertura vaccinale che garantisce la
cosiddetta 'immunità di gregge' e il debellamento della
malattia".
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