Oltre 380mila accessi per 91mila
pazienti, di cui il 67% composto da persone immigrate e il resto
da italiani in condizione di indigenza, che sono in aumento.
Sono questi i numeri dal 2008 a dicembre 2016 dell'Istituto
Nazionale Salute Migrazioni e Povertà, che ha come focus quello
di affrontare, all'interno del servizio sanitario nazionale, le
sfide sanitarie delle fasce di popolazione più vulnerabili, come
i migranti o chi è sotto la soglia di povertà. A spiegarlo
Concetta Mirisola, direttore generale dell'Inmp, a margine del
pranzo di Natale organizzato dall'Istituto. In media ogni anno
i pazienti assistiti sono 20mila, per un totale di circa 60mila
prestazioni all'anno.
"Questa è l'attività all'interno dell'Inmp, a Roma, ma la
nostra attività è anche fuori, siamo anche a Lampedusa e a
Trapani, dove facciamo assistenza di secondo livello nei centri
hotspot, e a Gibuti come progetto di cooperazione internazionale
- spiega Mirisola - quello che abbiamo visto negli ultimi anni è
anche la crescita dei pazienti italiani nei nostri ambulatori,
siamo partiti da un 8% nel 2007-2008, siamo arrivati a un 46%.
Prevalentemente pensionati, disoccupati, separati, persone in
difficoltà. Diversi i progetti che impegnano l'Istituto, da
quelli nell'ambito dell'attività sociosanitaria sui migranti in
transito a Roma alla definizione del curriculum del mediatore
transculturale in ambito sanitario. Nel campo della medicina
sociale, nel 2016 la Direzione Generale dei dispositivi medici e
del servizio farmaceutico del Ministero della Salute ha
finanziato quattro progetti, rivolti alle fasce fragili della
popolazione italiana e straniera, che mirano alla diagnosi e
cura, gratuite, di patologie in quattro aree specifiche:
dermatologia, medicina interna, infettivologia e
odontoiatria.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA