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Facciamo chiarezza sulle lesioni al colletto dei denti

Facciamo chiarezza sulle lesioni al colletto dei denti

A cura del dott. Rodolfo Gianserra, vicepresidente SIdP

21 luglio 2022, 11:36

Redazione ANSA

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Il dott. Rodolfo Gianserra, vicepresidente SIdP - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dott. Rodolfo Gianserra, vicepresidente SIdP - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il dott. Rodolfo Gianserra, vicepresidente SIdP - RIPRODUZIONE RISERVATA

Che cosa si intende per abrasione, erosione e abfrazione quando parliamo di denti e gengive? Generalmente questi termini vengono utilizzati in ambito odontoiatrico, quando ci si riferisce al variegato insieme di lesioni definite in inglese “tooth wear”, ossia usura dentale. Questo fenomeno patologico non colpisce la superficie masticante di un dente detta faccia occlusale, né tantomeno il margine incisale, ma la porzione della corona anatomica più vicina alla gengiva di un elemento dentario, comunemente chiamata colletto.

Vengono descritte come lesioni cervicali non cariose, per distinguerle da quelle cariose, causate da microrganismi presenti nella placca batterica. Indicate anche con l’acronimo N.C.C.L., derivato dall’inglese “non carious cervical lesions”, sono definite come un deficit dei tessuti dentali duri, in prossimità della giunzione smalto-cemento. Questa è la giunzione che separa la corona anatomica del dente e la relativa radice.

Perché si formano? Quale è la causa? Sembra che i motivi siano molteplici, quindi la loro eziologia è spesso multifattoriale. Secondo le attuali conoscenze ed ipotesi, le NCCL potrebbero essere riconducibili a tre quadri clinici principali: erosione, abrasione ed abfrazione. A questi sono da aggiungersi due altri fenomeni, l’effetto piezoelettrico e la corrosione da stress. L’abrasione è il graduale deterioramento di una sostanza o struttura sotto l’azione di un processo meccanico eccessivo, nella fattispecie lo spazzolamento dentale eccessivo.

L’erosione in ambito dentale viene definita come la dissoluzione chimica dello smalto e della dentina, in assenza di carie, con formazione di una cavità dalle pareti lisce di consistenza dura. L’abfrazione invece viene interpretata come una lesione della superficie dentale correlata ai carichi masticatori; essa è spiegabile come l’usura fisica correlata ad uno stress tensile o compressivo che si manifesta a livello della giunzione smalto-cemento, con la comparsa di microfratture da sovraccarico dello smalto e del cemento dentali; infatti queste tipiche lesioni vengono notate soprattutto nei soggetti portatori di parafunzioni (bruxisti, serratori).

Attenzione quindi al colletto dei nostri denti: la perdita di sostanza dentaria in questa zona è campanello di allarme di alcune abitudini quotidiane assolutamente modificabili.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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