Per contrastare la sindrome di
Turner è necessario, in chiave sanitaria, un approccio
multidisciplinare che permette la crescita armonica della
persona e la tutela dalle complicanze associate.
E' quanto emerge da una ricerca di un team dell'Università di
Padova che indica le linee guida, di diagnosi e terapia a
questa sindrome che riguarda l'assenza di un cromosoma x nelle
donne che caratterizza, nelle adolescenti, un ampio spettro di
manifestazioni come bassa statura, malformazioni ovariche,
cardiovascolari, renali e coinvolgimento tiroideo
L'indirizzo multidisciplinare per affrontare la sindrome
emerge dallo studio "Transition from pediatrics to adult health
care in girls with Turner's syndrome" pubblicato da un team di
ricerca padovano sulla rivista "Expert Review of Endocrinology &
Metabolism".
L'adolescenza è un momento complesso e critico per ogni
ragazza, non solo quella con Sindrome di Turner ma a maggior
ragione per chi ne soffre. Quindi il passaggio all'età adulta
che è caratterizzato da cambiamenti nell'ambiente sociale,
emotivo ed educativo, va accompagnato seguendo i vari problemi
della salute che via via emergono. Tutti i medici coinvolti nel
team multidisciplinare devono considerare perciò che la
transizione è più di una semplice terapia ormonale con estrogeni
e progesterone e considerare attentamente la qualità di vita e i
risvolti psicologici delle ragazze affette dalla sindrome di
Turner, principalmente quelle inerenti la crescita e le
complicanze cardiovascolari, sono gestite dal pediatra.
A mano a mano con la crescita della paziente, alcune sfide
diventano prioritarie in particolare per l'endocrinologo
dell'età adulta l'induzione della pubertà e la salvaguardia
della fertilità, la prevenzione cardiovascolare, la salute dello
scheletro.
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