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Cybersicurezza, il 18% delle aziende sanitarie non ha una strategia

Cybersicurezza, il 18% delle aziende sanitarie non ha una strategia

Uno su 5 non fa attenzione al tema che impatta sulla vita dei pazienti

ROMA, 27 luglio 2023, 15:34

Redazione ANSA

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 I dati dei pazienti italiani non sono completamente al sicuro. Sebbene l'82% delle aziende sanitarie abbia implementato processi per evitare vulnerabilità, il 18% non ha stabilito una chiara strategia non svolgendo periodicamente attività di valutazione della sicurezza. Sono i dati dell'ultimo rapporto sulla digitalizzazione dei canali di vendita nel settore della Pubblica Amministrazione e della Sanità, realizzato dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano in collaborazione con Minsait.
    Stando al rapporto, circa un'azienda sanitaria su cinque non presta abbastanza attenzione al tema cruciale che riguarda la sicurezza dei dati sanitari dei pazienti. Dal punto di vista organizzativo, solo il 7% delle aziende sanitarie italiane ha una funzione preposta alla cybersecurity. Gli strumenti utilizzati con maggiore frequenza per garantire la protezione dei dati sono il backup & recovery nel 95% delle strutture seguiti da data discovery & classification e le soluzioni di Cloud data protection (entrambi all'82%).
    Tra le strutture sanitarie analizzate, inoltre, l'82% offre ai cittadini la possibilità di prenotare online il proprio posto in coda allo sportello. Il 36% ha implementato sistemi tecnologici per raccogliere e integrare le informazioni degli utenti. I principali canali presidiati e utilizzati nella relazione con i clienti sono il sito per la totalità delle strutture, l'azienda sanitaria/Cup per il 98%, l'email per l'89% e i social per l'86%. Il 38% delle strutture ha instaurato una relazione continuativa nel tempo con i propri pazienti, mentre il 57% riesce a farlo solo su alcuni canali o solo per alcune categorie di pazienti (come ad esempio quelli cronici). Dal punto di vista tecnologico, il software utilizzato con maggiore frequenza è il patient relationship Manager, diffuso nel 93% delle strutture, seguito dal data warehouse (54%). Il 96% delle strutture sanitarie prevede l'invio di comunicazioni ai propri pazienti anche o solo attraverso i canali digitali.
    "La sicurezza delle informazioni nelle aziende sanitarie è un'imprescindibile priorità, è necessario che anche quelle rimaste indietro rafforzino il loro impegno per proteggere le proprie infrastrutture e, di conseguenza, i dati sensibili dei pazienti", dice Giuseppe Catarinozzi, direttore del mercato Pubblica Amministrazione e Sanità di Minsait in Italia.
   

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