"Stiamo studiando questa mutazione
del SarsCov2 (la M501Y) da ottobre. Circolava già in Usa e
Australia, oltre che nel Regno Unito". Lo spiega in
un'intervista a 'Il Fatto Quotidiano' il genetista Federico
Giorgio dell'Università di Bologna, co-autore dello studio. La
mutazione, aggiunge, "si trova nella regione della proteina
spike. La spike è come una lunga chiave. La mutazione si trova
laddove interagisce con la serratura, cioè il recettore. La
mutazione rende la chiave molto più affine alla serratura. Il
virus così diventa più efficiente nell'agganciarsi alle cellule.
Sequenziando tanto in Gran Bretagna - prosegue lo scienziato -
si è scoperto che a settembre era presente nell' 1% dei
pazienti. Ma è cresciuta rapidissimamente". In Italia "fino a
ieri non risultava, poi è stata individuata al Celio. Il
problema è che facciamo analisi cento volte in meno di quanto si
faccia in Uk. C'è stato un grosso investimento in alcuni Paesi,
come Gran Bretagna e Usa. Non in Italia, fanalino di coda dopo
il Congo".
Nessuna preoccupazione per il vaccino: "La proteina spike è
costituita da 1.250 mattoncini, gli amminoacidi. E la mutazione
M501Y rappresenta un solo mattoncino. In genere non basta a
renderlo inefficace". Cambiano le cose, invece, rispetto ai
tamponi: "Una singola mutazione può cambiare l'esito del test.
Per questo bisogna aggiornarli continuamente in base alle
mutazioni individuate. E' facile: tutte le nazioni continuano ad
aggiornare le sequenze, che l'Italia può importare per
aggiornare i propri test diagnostici. Il problema - conclude - è
che se aggiorniamo i test con le sequenze rilevate in altre
parti del mondo, ma non sappiamo quali sono quelle prevalenti in
Italia, non rileviamo più niente. Non a caso, la mutazione è
stata rilevata proprio nel Regno Unito, che ha sequenziato più
di tutti".
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