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Covid: identificate 7 forme di malattia in pazienti lievi

Covid: identificate 7 forme di malattia in pazienti lievi

Cambiamenti nel sistema immunitario fino a 10 settimane dopo

ROMA, 03 novembre 2020, 15:05

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Ci sono sette diverse 'manifestazioni' di malattia in chi ha il Covid-19 in forma lieve e i cambiamenti prodotti nel sistema immunitario dei guariti possono durare fino a 10 settimane dall'infezione: lo spiegano sulla rivista Allergy i ricercatori dell'università di Vienna, guidati da Winfried F. Pickl.
    In uno studio condotto su 109 persone convalescenti e 98 sane, sono stati osservati i sintomi, arrivando a identificarne sette gruppi diversi: sintomi simil-influenzali (febbre, tosse, brividi e fatica), sintomi simili al raffreddore (rinite, starnuti, gola secca e congestione nasale), dolori articolari e muscolari, infiammazione di occhi e mucose, problemi polmonari (polmonite e respiro corto), problemi gastrointestinali (diarrea, nausea e mal di testa), perdita di olfatto e gusto.
    I ricercatori hanno anche verificato che la Covid-19 lascia nel sangue dei convalescenti tracce rilevabili per lungo tempo, simili a impronte digitali. Ad esempio il numero di granulociti, che nel sistema immunitario combattono i batteri, è più basso del normale nei guariti dal Covid-19. "Alcune cellule T immunitarie sviluppano delle cellule di memoria mentre altre rimangono fortemente attivate - spiega Pickl - ciò indica che il sistema immunitario rimane ancora impegnato parecchio con la malattia fino a diverse settimane dall'infezione". Si è anche visto che allo stesso tempo cala il livello di cellule T regolatorie (quelle che impediscono reazioni immunitarie eccessive), il che potrebbe essere pericoloso perchè può consentire al sistema immunitario di attaccare i tessuti del corpo stesso. Infine si è osservato nel sangue dei convalescenti l'aumento delle cellule immunitarie che producono gli anticorpi, tanto più alto quanto più alta è stata la febbre durante la malattia in forma lieve. "I nostri risultati - dicono gli studiosi - possono aiutare a capire meglio la malattia e sviluppare i vaccini".
   

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