Lotta alla demenza in Europa:
l'Italia è il paese più coinvolto nella ricerca, ma scarseggiano
i servizi di assistenza e manca un adeguato riconoscimento della
patologia come priorità di salute pubblica. E' quanto emerge
dall'indagine Dementia Monitor Europeo 2017 presentata da
Alzheimer Europe al Parlamento Europeo.
Obiettivo principale dell'indagine, che ha riguardato tutti
gli Stati membri dell'Unione Europea (ad eccezione
dell'Estonia), ma anche Albania, Bosnia-Erzegovina, Jersey,
Israele, Monaco, Norvegia, Svizzera e Turchia, è stato
confrontare e valutare strategie e politiche dei paesi di fronte
alla sfida della demenza. Al primo posto nella classifica
generale stilata sulla base di dieci parametri (tra cui la
disponibilità di servizi di assistenza, l'accessibilità dei
servizi, il rimborso dei medicinali, la disponibilità di studi
clinici) si posiziona la Finlandia con un punteggio del 75,2%,
seguita da Inghilterra (72,4%), Paesi Bassi (71,2%), Germania
(69,4%) e Scozia (68,8%) e l'Italia 52,9%.
L'Italia è risultato il paese più impegnato, coinvolto e
attivo nelle collaborazioni europee di ricerca, ma si posiziona
solo a metà (52,9%) della classifica generale.
In particolare ecco il nostro paese per alcuni aspetti
rispetto ai 36 paesi coinvolti: la disponibilità di servizi di
assistenza ci vede al 23/mo posto, l'accessibilità ai servizi al
30/mo, il rimborso dei medicinali al 6/o, la disponibilità di
studi clinici al 5/o, il coinvolgimento nelle iniziative europee
di ricerca al 1/o, il riconoscimento della demenza come priorità
al 26/imo.
"Restiamo carenti sul fronte della disponibilità e ancora più
nell'accessibilità ai servizi di assistenza, cui si aggiunge un
basso riconoscimento della demenza come priorità di salute
pubblica", sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della
Federazione Alzheimer Italia.
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