Sull'emergenza smog il Comune di
Milano lancia alla Regione Lombardia la proposta di istituire un
tavolo di lavoro, anche con la Città metropolitana, per trovare
nuove soluzioni e inasprire le misure attuali per migliorare la
qualità dell'aria. "Chiediamo di istituire un tavolo di
lavoro che sia tale, Regione Lombardia, Comune di Milano e Città
metropolitana insieme - ha spiegato l'assessora all'Ambiente del
Comune Elena Grandi in una conferenza stampa -, perché si
rivedano le azioni per affrontare questa emergenza. Siamo a metà
febbraio e abbiamo già avuto 22 giorni di sforamento dei limiti"
di polveri sottili nell'aria. "È evidente che dobbiamo avere
misure più restrittive e più efficaci però - ha aggiunto - un
Comune, per quanto grande e importante come Milano, non ce la
può fare" da solo. Palazzo Marino infatti vorrebbe inasprire
le azioni ma non può farlo a causa del Pria, Piano regionale
degli interventi per la qualità dell'aria. Le proposte di Milano
sono quelle di far scattare le misure di primo livello contro lo
smog dopo due giorni di sforamento e dopo cinque giorni quelle
di secondo livello. E che queste misure siano più aspre di
quelle attuali, stabilendo come nel tavolo con la Lombardia. Il
Comune chiede anche di ridurre i chilometri del MoveIn, la
scatola nera che installata sulle auto più inquinanti permette
di percorrere chilometri in deroga alle misure anti smog. Infine
Grandi ha lanciato un appello al governo, "se vogliamo andare
verso una transizione ecologica giusta bisogna investire risorse
magari a scapito anche della realizzazione del ponte sullo
Stretto di Messina".
Lombardia, tavolo con i Comuni sullo smog c'è già
Esiste già un "tavolo istituzionale aperto" con i Comuni per concordare gli interventi contro lo smog: l'assessore all'Ambiente della Lombardia Giorgio Maione ha replicato in questo modo alla proposta lanciata dall'assessore milanese Elena Grandi. "Siamo ovviamente a disposizione del Comune di Milano per un dialogo ulteriore, ma se l'assessore Grandi chiede nuove misure significa che quelle adottate finora dal Comune hanno fallito" ha aggiunto. Secondo Maione, "imporre divieti in maniera ideologica non serve. I risultati non si ottengono con domeniche a piedi e con la chiusura di alcune vie al traffico, ma con interventi di sistema e di prospettiva". "Regione Lombardia - ha rivendicato Maione - sta adottando una politica di incentivi legati al rinnovo dei veicoli inquinanti, alla sostituzione degli impianti di riscaldamento obsoleti e agli investimenti in innovazione del sistema produttivo. I risultati si vedono: in vent'anni in Lombardia la concentrazione di pm10 è calata del 39% e quella di NO2 del 45%".
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