Si chiama Vstrom, come le sorelle di casa Suzuki, ma la novità si cela in fondo al nome, dove campeggia il suffisso DE, che sta per Dual Explorer. In sostanza arriva la ruota anteriore da 21 pollici, un must irrinunciabile per una moto votata all'utilizzo 'Dual', ovvero a suo agio sia sull'asfalto che nel fuoristrada più impegnativo, in grado di macinare chilometri in autostrada o nel misto, per poi tuffarsi su sentieri e mulattiere senza battere ciglio.
Le dimensioni della ruota anteriore, e quindi il lavoro fatto sulla ciclistica e sull'equilibrio dinamico, non sono però l'unica novita', e nemmeno la più grande: Sulla 800DE debutta il nuovo motore bicilindrico parallelo fronte marcia, una scelta adottata praticamente da tutte le case costruttrici per una serie di ragioni, che vanno dagli ingombri ridotti che permettono di realizzare una moto più snella nella parte centrale, fino al contenimento dei costi di produzione, visto che un bicilindrico parallelo è notevolmente più semplice dal punto di vista meccanico e costruttivo di un motore a V.
Il nuovo motore, che ha una cilindrata di 776 centimetri cubici, 16 valvole e doppio albero a camme in testa, con manovellismo a 270 gradi, sviluppa in questa configurazione 84 cavalli a 8.500 giri e 78 nm di coppia a 6.800 giri. I freddi dati numerici, pur impressionanti anche sulla carta, non riescono a restituire le sensazioni di guida e il carattere del propulsore, che meritano di essere raccontate a parte.
Tra i fedelissimi appassionati del marchio Suzuki regnava un certo scetticismo: i propulsori a V longitudinale erano un marchio di fabbrica. Sia il piccolo 650 che il fratello maggiore 1050 erano e restano due unità eccellenti, piene di carattere, divertenti ma allo stesso tempo affidabili. Il parallelo fronte marcia, invece, nell'immaginario del motociclista, è sinonimo di propulsore onesto ma piatto, lontano dal regalare emozioni all'appassionato. In linea teorica il ragionamento non è del tutto astruso, ma non fa i conti con l'evoluzione tecnologica e lo sviluppo ingegneristico dei motori di ultimissima generazione.
Alla fine parlano i fatti: la Vstrom 800DE, che l'ANSA ha provato a lungo e in tutte le situazioni tipiche per una moto dual, dal traffico cittadino alle curve di collina, dalla superstrada magari con passeggero allo sterrato, è una moto assolutamente centrata. Equilibrata e divertente, è soprattutto una moto facile. E buona parte del merito va al nuovo propulsore: l'erogazione è lineare e morbida, ma per nulla piatta. Permette di viaggiare in scioltezza con una o due marce più del dovuto, in grado di riprendere da regimi bassissimi senza impuntamenti o singhiozzi. Ma allo stesso tempo, portato a regimi più consoni, ha carattere e spinge con vigore. Un vantaggio notevole per una moto che non disdegna passaggi in fuoristrada anche discretamente impegnativi: l'erogazione morbida è una panacea per la trazione, anche su fondi viscidi e polverosi, rendendo la guida molto più piacevole e meno impegnativa, oltre che tremendamente più efficace.
Un motore riuscito, dunque, anche grazie a un'elettronica che non sbaglia un colpo: tre le mappe disponibili, dalla A alla C.
Se quest'ultima è volutamente 'conservativa', per permettere l'uso della moto sul bagnato o terreni particolarmente viscidi, la A è aggressiva: lascia briglia sciolta ai cavalli e la Suzuki diventa brillante e cattiva agli alti regimi. La mappa B, a nostro giudizio, è quella più centrata e particolarmente adatta al tipo di moto e all'utilizzo che ne consegue: esalta le caratteristiche di coppia ed erogazione del bicilindrico, favorendo la morbidezza dell'erogazione senza penalizzare la spinta in alto. Nella nostra prova la abbiamo utilizzata quasi sempre, anche in situazioni che sulla carta avrebbero richiesto le altre due mappe.
Non solo 'mappe', però: la Vstrom 800DE può contare su un cambio assistito dall'immancabile quick shifter, veloce e preciso a tutti i regimi, oltre che su un controllo di trazione con quattro livelli di intervento, compreso quello indicato dalla lettera G, ovvero gravel, dedicato al fuoristrada, che permette di derapare con estrema facilità mantenendo però un livello di sicurezza gestito dal controllo elettronico.
Ovviamente, per i puristi del fuoristrada, è anche possibile spegnere tutto, lasciando alla sensibilità del polso desto del pilota la gestione della moto. Una menzione anche per l'abs, con due livelli di intervento: il primo agisce in modo meno incisivo ed è ideale per le strade sterrate, mentre il secondo interviene in modo più marcato ed è adatto per la guida su asfalto.
Volendo, si può anche disinserire l'abs sulla sola ruota posteriore, per rendere più 'libera' la guida in fuoristrada.
Non mancano l'acceleratore elettronico ride-by-wire e il comodissimo Low RPM Assist, che evita l'abbassamento del minimo del motore, regolando automaticamente i giri in fase di partenza o a basse velocità.
Insomma, la Vstrom 800DE è un colpo andato a segno: il nuovo motore e la rinnovata ciclistica convincono, tanto che i 230 chili di peso in ordine di marcia, che sulla carta possono spaventare, non sono in realtà percepibili nella guida se non nelle manovre da fermo: la moto è piacevole da guidare e facile da gestire, caratteristiche fondamentali per una dual di successo. L'unico appunto è la protezione aerodinamica: il cupolino in plexiglass, pur regolabile, è più votato alla sportività che al comfort, e nei trasferimenti autostradali la copertura è poca. Un dettaglio facilmente risolvibile, magari pescando nel catalogo degli accessori originali, dove è disponibile un parabrezza maggiorato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA