Pirelli chiude il 2023 con risultati superiori agli obiettivi che si era data e anche alle attese degli analisti, ricavi a 6,65 miliardi (+0,5% con un effetto cambi e iperinflazione che hanno pesato per il 6,3%), l'ebit adjusted a 1 miliardo e un utile netto in crescita del 13,8% a 495,9 milioni. Il mercato però si aspettava un dividendo almeno in linea con l'anno scorso (0,218 euro) e così, anche se resta rispettata la promessa di un pay out al 40%, resta deluso dal monte dividendi sceso a 198 milioni e dalla cedola di 0,198 euro per azione. In Borsa a fine seduta prevalgono i realizzi (-3,5% a 5,54 euro) nonostante sia stata preannunciata la revisione al rialzo della politica dei dividendi, con la previsione di distribuire circa il 50% del risultato netto consolidato del 2024.
Dopo aver migliorato ulteriormente le performance di sostenibilità nel corso del 2023, in linea con l'obiettivo di 'carbon neutrality' nel 2030, Pirelli si pone l'obiettivo Net Zero al 2040. Il gruppo, aggiornando il piano industriale, rivede anche i suoi target di sostenibilità e vuole diventare la prima azienda del settore tyre che riduce le emissioni assolute di gas serra (GHG) di Scope 1, 2 e 31 di almeno il 90% rispetto all'anno di riferimento 2018.
Nel percorso di decarbonizzazione Pirelli prevede un obiettivo intermedio fissato al 2027, anno entro il quale si impegna a ridurre le emissioni assolute di gas serra del -62% per gli Scope 1 e 2 e del -28% per lo Scope 3, rispetto al 2018.
Per questo entro il 2025 tutte le fabbriche a livello globale utilizzeranno il 100% di energia elettrica rinnovabile (target già raggiunto per le fabbriche in Europa, Nord America e Latam); entro il 2030 il 75% delle presse per la vulcanizzazione sarà elettrificato. A livello di materie prime prevede di aumentare costantemente la quantità di materiali di origine non fossile nei propri prodotti. Il P Zero E già oggi contiene più del 55% di materiali di origine naturale e riciclati, un risultato superiore rispetto al target del precedente piano che prevedeva l'uso del 43% di materiali rinnovabili entro il 2025 su selezionate linee di prodotto. Per tutte le linee di prodotto, inoltre, Pirelli utilizzerà materiali bio-based e riciclati pari al 30% nel 2025 e al 40% nel 2030. In linea con l'impegno sulla salvaguardia del patrimonio forestale da cui deriva la gomma naturale, dalla stagione 2024 introdurrà la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) su tutti i pneumatici prodotti e utilizzati in F1. Entro il 2026 l'obiettivo è portare il 100% di gomma naturale certificata FSC nella produzione europea.
Ma la sostenibilità passa anche dall'obiettivo Zero Incidenti, con un indice di frequenza degli infortuni atteso di circa 1 entro il 2025 rispetto all'1,74 del 2023 (numero di incidenti sul lavoro su un milione di ore lavorate).
Il gruppo, che presenterà un nuovo piano industriale a inizio 2026, aggiorna le linee guida al 2024-2025, due anni durante i quali dovrà ancora fare i conti con le guerre e la volatilità delle valute. Per il 2024 Pirelli si attende una redditività in progressivo miglioramento (con un margine Ebit adjusted compreso tra 15% e 15,5%) ma "dobbiamo rimanere cauti" sottolinea il ceo Andrea Casaluci. Vede i ricavi compresi fra circa 6,6 e 6,8 miliardi, per sostenere la redditività punterà sull'aumento dei volumi (fra +1,5-2,5%) e l'impatto cambi (atteso a -4% e -3%) sarà compensato dalle azioni sul price/mix e dal taglio dei costi. Per il 2025 Pirelli si attende ricavi compresi fra 6,8-7 miliardi e un margine Ebit adjusted a circa il 16%. Il flusso di cassa netto è previsto in crescita (500-520 milioni nel 2024 e 550-570 milioni nel 2025); le efficienze lorde saranno pari a 140 milioni di euro nel 2024 e a 135 milioni nel 2025. Questo dovrebbe portare la posizione finanziaria netta, che al 31 dicembre era pari a -2.261,7 milioni, ovvero 1,56 volte l'ebitda adjusted a ridursi a 1 volta nel 2025. A quel punto Pirelli sarà pronta a guardare a possibili acquisizioni.
"Stiamo valutando opportunità di M&A, le più importanti nel campo dei nuovi materiali che hanno a che vedere con la sostenibilità, Hevea Tech è il primo piccolo esempio, dove possiamo accelerare la strategia di M&A per il futuro" spiega Casaluci agli analisti. "Ci sono grandi opportunità anche sulla connettività, per la costruzione di un ecosistema di alleanze, soprattutto sul lato del digitale, algoritmi e data management" ha aggiunto "con l'obiettivo chiaro di accelerare l'introduzione delle tecnologie nel mercato".
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