"Il dibattito pubblico sul futuro
dell'auto si sta concentrando in modo miope solo sul 2035, ma la
vera partita per il rilancio dell'industria italiana è un'altra.
Il vero tema su cui dobbiamo concentrarci è la reattività del
nostro sistema Paese di fronte a un megatrend inarrestabile,
perché ogni giorno perso a litigare sul 2035 o su altri aspetti
marginali di una transizione tracciata, è un giorno di vantaggio
che regaliamo ad altri Stati". Così il segretario generale di
Motus-E, l'associazione delle imprese dell'auto elettrica,
Francesco Naso, a valle del rinvio del voto sullo stop alla
vendita in Europa di nuovi veicoli con motore endotermico dal
2035.
"Indipendentemente da questa data, oggetto ormai di uno
scontro più che altro ideologico e mediatico -, sottolinea Naso
-, il settore ha già iniziato da tempo a muoversi a grandi passi
verso l'elettrico, con investimenti senza precedenti che
porteranno molti costruttori a diventare full electric ben prima
del 2035. Emblematico è quanto sta accadendo negli Usa, dove la
straordinaria iniezione di risorse dell'Inflation Reduction Act
ha calamitato solo nei primi mesi dall'annuncio decine di
miliardi di investimenti, creando nuove attività e posti di
lavoro proprio grazie alla mobilità elettrica".
Queste le quattro priorità indicate dall'associazione:
superare le sterili conflittualità ideologiche sull'auto,
premere sull'Europa per un piano di supporto alla conversione
della filiera, rivedere gli incentivi per facilitare il
passaggio all'elettrico ed eliminare laddove ancora esistono i
colli di bottiglia per la diffusione delle infrastrutture di
ricarica.
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