"L'ambizioso obiettivo del dimezzamento del numero delle vittime, previsto dal Piano Nazionale della sicurezza stradale al 2030 e, ancor più, quello particolarmente sfidante delle 'zero vittime' del 2050, come auspicato dalla Commissione europea, richiedono l'esecuzione di interventi precisi e un monitoraggio attento del modo in cui le finalità generali e strategici saranno poi declinate in azioni per le quali sarà opportuno coinvolgere non solo tutti gli attori istituzionali, le Amministrazioni centrali e locali competenti, ma, anche, le parti sociali e le associazioni di rappresentanza degli interessi, attivando le sedi di confronto e analisi quale la Consulta per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile istituita al CNEL".
Ad affermarlo sono il presidente del Cnel Tiziano Treu e il coordinatore della Consulta Nazionale per la Sicurezza stradale e la Mobilità sostenibile del Cnel Gian Paolo Gualaccini, quest'ultimo intervenuto in audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato sul Piano nazionale sicurezza stradale 2030.
"In Italia ci sono ancora oltre 12 milioni di auto vecchie che non superano lo standard emissivo euro 3. Le alimentazioni a benzina e gasolio riguardano oltre 35 milioni di vetture mentre le ibride sono circa 550mila e quelle elettriche poco più di 50mila. Nel 2020 la quota di immatricolazioni di auto elettriche ed ibride è stata pari a quasi il 20% del totale. Occorre un approccio integrato in tema di sicurezza e sostenibilità. I divari territoriali si tramutano in divari sull'incidentalità, come emerge dall'analisi del PNSS 2030. In territori più poveri le auto sono vecchie e tecnologicamente meno sicure", ha concluso il coordinatore della Consulta Nazionale per la Sicurezza stradale e la Mobilità sostenibile del Cnel.
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