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AutomotiveLab, pressing su ecomobilità ma servono incentivi

AutomotiveLab, pressing su ecomobilità ma servono incentivi

Il Confronto tra ministero, sindaci e associazioni di categoria

ROMA, 27 maggio 2021, 11:41

Redazione ANSA

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AutomotiveLab, pressing su ecomobilità ma servono incentivi - RIPRODUZIONE RISERVATA

AutomotiveLab, pressing su ecomobilità ma servono incentivi - RIPRODUZIONE RISERVATA
AutomotiveLab, pressing su ecomobilità ma servono incentivi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una mobilità sostenibile è possibile, partendo dalla decarbonizzazione dei processi produttivi e dall'impiego sempre più massiccio delle fonti rinnovabili per la ricarica dei veicoli elettrici; ma occorre anche un forte sostegno da parte delle istituzioni per il rilancio di un settore che è stato fortemente travolto dalla crisi della pandemia Covid-19. Fare sistema, affinché si possano raggiungere i target fissati dall'Ue sulle emissioni e si possa avviare il rilancio di un intero comparto, l'automotive, che rappresenta il 10% del Pil.
    Si è sviluppata su queste tematiche la seconda edizione AutomotiveLab, il laboratorio dedicato alla transizione della mobilità organizzato dal magazine Auto e da Sport Network.
    "Entro il 2030 dobbiamo produrre 55% di CO2 in meno rispetto al 1990 ed essere carbon neutral nel 2050. A quella data mancano 30 anni, mentre il Recovery Plan dura 5 anni - ha precisato nel suo intervento il ministro della Transizione Ecologia Roberto Cingolani - . È un obiettivo da rispettare nei confronti di chi ci paga e delle prossime generazioni perché chi fallisce avrà una doppia responsabilità: quella di non aver rispettato gli accordi e quella di aver consegnato un mondo peggiore ai nostri figli. Oggi, abbiamo infrastrutture che producono 0.8 Giga Watt di energia da fonti rinnovabili, entro 5 anni dovremmo essere in grado di produrre 8 GigaWatt. Non farlo significa fallire il target e non avere più possibilità di recupero".
    Nel corso della due giorni di lavoro si è discusso anche dell'esigenza di rifinanziare gli incentivi soprattutto per le vetture ecologiche, dopo il mancato coinvolgimento dell'automotive nel Decreto Sostegni bis, distinguendo gli aiuti al mercato da quelli alla produzione. Dal canto suo, Riccardo Barbieri Hermitte, capo economista del Tesoro al Ministero di Economia e Finanza, ha assicurato sostegno al settore ma, al momento, non ci sono certezze sulle modalità. Da qui la levata di scudi delle associazioni di categoria Unrae, Anfia e Federauto che hanno ribadito la necessità di misure di incentivazione all'acquisto da parte del governo, per promuovere il rinnovo del parco circolante italiano, il più vecchio d'Europa.
    La strada verso una mobilità sostenibile da intraprendere è lunga e tortuosa, ma all'orizzonte si intravedono spiragli; a partire dalle 'esperienze' virtuose che sono già in corso in alcune realtà italiane, prime fra tutte la Capitale. «Roma vuole essere capofila della mobilità elettrica - ha precisato nel suo intervento la sindaca Virginia Raggi - . Sin dal 2018 abbiamo approvato un regolamento per installare le nuove colonnine di ricarica. Stiamo procedendo a ritmo spedito. Roma è anche la prima città italiana ad aver aperto una stazione di ricarica ad alta potenza. Il nostro obiettivo è di aprirne altre e consentire a chiunque voglia muoversi con un'auto elettrica di trovare la tipologia di infrastruttura di cui ha bisogno. Il trasporto pubblico? Stiamo lavorando, insieme ai Ministeri competenti ad un bando sull'elettrico per riuscire a portare a Roma da qui al 2030 più di mille autobus elettrici, oltre alle nuove linee di tram». Il tutto senza dimenticare la micromobilità sharing: «Roma è pronta a guidare il cambiamento e noi siamo pronti ad accompagnare i cittadini in questo percorso». 

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