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Carenza materiali e prodotti, rischi ingorgo navi dalla Cina

Carenza materiali e prodotti, rischi ingorgo navi dalla Cina

Da analisti: 'Blocco Shanghai potrebbe peggiorare la situazione'

ROMA, 30 maggio 2022, 13:28

Redazione ANSA

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Carenza materiali e prodotti, rischi ingorgo navi dalla Cina © ANSA/Huawei

Carenza materiali e prodotti, rischi ingorgo navi dalla Cina © ANSA/Huawei
Carenza materiali e prodotti, rischi ingorgo navi dalla Cina © ANSA/Huawei

Come in un imprevedibile domino, dove il susseguirsi degli eventi provoca effetti sempre crescenti, la crisi da pandemia e, successivamente, quella dei microprocessori, delle materie prime, dei costi energetici e infine la guerra in Ucraina potrebbero portare ad una situazione globale - a livello industriale e commerciale - peggiore di quella di adesso.
    A causa dei blocchi nei porti cinesi e dei ritardi delle navi portacontainer in tutto il mondo, l'economia europea è infatti minacciata da un ulteriore aggravamento dei problemi di consegne, criticità che coinvolge pesantemente il settore automotive. Lo riporta il magazine tedesco Automobilwoche che cita informazioni proveniente dal Kiel Institute for the World Economy e dall'ente di gestione del porto di Rotterdam. Secondo queste fonti, il numero di navi dirette dalla Cina verso le destinazioni occidentali è già diminuito (la società di consulenza marittima londinese Drewry stima che nel solo mese di aprile 260mila container destinati all'esportazione in tutto il mondo non siano partiti da Shanghai) e gli effetti saranno avvertiti sia dai consumatori che dall'industria.
    "Presumiamo che la situazione continuerà a peggiorare nei prossimi giorni e settimane perché ad oggi sono arrivate solo le navi che hanno lasciato il porto di Shanghai prima della sua chiusura - afferma Bertram Brossardt, direttore generale della Bavarian Business Association a Monaco - e sentiremo le effettive conseguenze del lockdown a Shanghai in modo molto drastico".
    Il porto di Shanghai è il più grande del mondo e la città e il suo entroterra sono una regione industriale di importanza mondiale. Secondo il Mercator Institute, componenti elettronici e computer di ogni tipo rappresentano la quota maggiore delle esportazioni cinesi di componenti industriali compresi il cobalto e il litio per la produzione di batterie per auto elettriche.
    Negli ultimi due anni, il Covid ha stravolto i programmi di trasporto e navigazione. Secondo il database di spedizione di Alphaliner, le navi portacontainer rimangono attualmente in viaggio per una media di 101 giorni, ciò significa che le navi ritornano in Asia con un ritardo di almeno tre settimane.
    Il lockdown a Shanghai è iniziato alla fine di marzo e doveva durare solo pochi giorni. Le restrizioni sono state ora allentate, ma non vi è alcun segno di ritorno alla normalità.
    Mentre il porto di Shanghai non si è mai fermato, il trasporto in entrata e in uscita dal porto è stato duramente colpito, ha spiegato la portavoce del porto di Rotterdam. E anche in altre regioni della Cina, molte fabbriche possono produrre solo in misura limitata perché il personale e le consegne sono bloccate.
    L'analista di Merics, Jacob Gunter, presume che i blocchi cinesi avranno una sorta di effetto domino globale: "Se un fornitore di componenti in Giappone, Gran Bretagna o Messico ha suoi fornitori in Cina all'inizio della catena di approvvigionamento, ciò può avere un impatto sulla sua produzione". La conseguenza sarebbe quindi una fornitura limitata per le aziende europee che si trovano alla fine della catena di approvvigionamento.
    Tuttavia, non c'è motivo di temere che le consegne dalla Cina si fermino completamente: "C'è da aspettarsi un calo dei volumi di merci verso occidente a causa del blocco di Shanghai, ma sarà limitato", afferma una portavoce del porto di Rotterdam.
    Il Kiel Institute for the World Economy (IfW) non ha riscontrato alcun calo dei volumi di importazione a Rotterdam o Amburgo fino alla scorsa settimana. "L'effetto sui porti del Mare del Nord dovrebbe limitarsi solo alle prossime settimane, dal momento che anche in quell'area si è accumulato un ingorgo, una sorta di cuscinetto.
    A metà maggio, secondo l'IfW, il volume delle merci nel Mar Rosso era quasi un quinto inferiore a quanto ci si sarebbe aspettato in tempi normali. Ma va sottolineato, chiarisce Automobilwoche, che non tutte le navi che transitano nel Mar Rosso si dirigono poi verso Rotterdam o Amburgo.

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