Imparare a guidare un'auto ad alte prestazioni, gestirne i comportamenti, dominarla in condizioni estreme, ma utilizzando i comandi al volante. E' quello che accade alla Bmw Driving Academy, dove persone con problemi di mobilità agli arti inferiori seguono le stesse, identiche, lezioni insieme a chi utilizza vetture di serie.
Facile a dirsi, ma a farsi? Bene, ci abbiamo provato alcuni giorni fa sul circuito Marco Simoncelli di Misano Adriatico.
Una delle vetture nella flotta dell'Academy, una Bmw 128ti da 265 CV, è equipaggiata con dispositivi di guida a controllo elettronico nell'ambito di SpecialMente, il programma di Bmw Italia dedicato all'inclusione. La trasformazione è semplice, nulla di fantascientifico. Sul volante viene montato il comando dell'acceleratore, il cerchiello: una corona ad attacco rapido che si aggancia con un clic. Sulla destra, una leva da azionare a mano agisce sul pedale del freno. Per garantire stabilità a chi guida, infine, la cintura di sicurezza è a quattro punti.
Tutto qui, la trasformazione è finita. Il resto rimane identico: la potenza della vettura, le prestazioni. In pista, quello che conta è il manico: chi guida.
A introdurci in un mondo ignoto alla maggior parte degli automobilisti è uno degli istruttori dell'Academy, che ci spiega come funziona un corso di questo tipo. "Le differenze pratiche non ci sono - racconta - ma ovviamente dobbiamo tener conto che chi guida queste vetture nella maggior parte dei casi non ha il controllo degli arti inferiori per cause traumatiche". E quindi? Bastano pochi accorgimenti: gambe incrociate, per puntellarsi tra tunnel e portiera nelle curve in velocità, e cintura a quattro punti per garantire stabilità al tronco. "Per noi - prosegue - non esiste differenza tra chi ha una disabilità e chi non la ha. Quel che conta, con tutti, sono la voglia e la capacità. Proprio per questo puntiamo moltissimo sull'empatia che si crea. E sulla sincerità. Ad esempio - ci racconta - prima di entrare sul circuito, abbiamo necessità di sapere di che genere sia la lesione che inibisce l'uso delle gambe. Nel caso di fratture vertebrali, ad esempio, una lesione al livello sacrale o una al livello dorsale hanno un effetto completamente diverso sul corpo: nel primo caso si ha il controllo del tronco, nel secondo no. E l'istruttore, per lavorare al meglio e per rendere il più confortevole possibile all'allievo la posizione di guida, ha necessità di conoscere queste informazioni".
Conclusa la teoria, scendiamo in pista. E' come tornare alla prima lezione di guida. Ci sediamo al nell'auto modificata e subito sbattiamo cercando i pedali: una staffa ne inibisce la pressione. Start. E adesso? Acceleriamo premendo sul cerchiello, ma l'auto sobbalza come se non avessimo guidato mai prima. E in effetti, è proprio così: si deve acquisire sensibilità nelle mani. Oltre a dirigere lo sterzo, devono dar gas e badare anche al freno.
Usciamo dai box. Una curva lenta, un'altra. Nella terza andiamo decisamente lunghi. Troppo per un neofita su un mezzo del tutto nuovo: decelerare, frenare, accelerare di nuovo.
Riproviamo. Riproviamo ancora. Sul rettilineo - incitati dall'istruttore - osiamo di più e la lancetta vola ben oltre metà tachigrafo. La staccata prima del curvone a destra è quel che è, ma si va sempre meglio. Poi di nuovo a destra, sinistra, destra, con sempre maggior scioltezza. Possiamo allentare la briglia ai 265 cavalli della BMW. Perché qui, a Misano, la Bmw Experience è fatta per impara a gestire un'auto che corre davvero.
Dopo una serie di giri rientriamo ai box, controvoglia. "Ti è piaciuto?", chiede l'istruttore. Non riesco a rispondere. Ma il sorriso è uguale a quello di 35 anni fa, quando riuscii a guidare un'auto per la prima volta.
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